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Passa la relazione di Matteo Renzi

Passa la relazione del segretario del Pd nel giorno della resa dei conti del partito

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Nessun voto contrario e nessuna astensione. Passa la relazione di Matteo Renzi in quella che doveva essere una sorta di resa dei conti all’interno del Pd dopo le forti prese di posizione dell’ex segretario Pierluigi Bersani dettosi contrario a votare Si per il referendum costituzionale del 4 dicembre. E per il momento il rischio di una scissione, che fino a qualche minuto prima dell’avvio del dibattito a porte chiuse nella sede di Via Sant’Andrea delle Fratte a Roma sembrava qualcosa di più di una semplice battuta, è evitato. Ma la minoranza Dem non ha partecipato alla votazione ritenendo insufficiente l’apertura fatta dal Premier sull’Italicum con la proposta di una commissione Pd  per valutare le modifiche alla legge elettorali con l’ausilio degli altri partiti, 5 Stelle compresi, dopo però lo svolgimento della consultazione referendaria.

Quattro i possibili punti di cambiamento: sul ballottaggio, sul premio di lista o di coalizione, sul modo di eleggere i deputati (capilista e preferenze) e sul modo di scegliere i membri del nuovo Senato. Un’apertura complessa e articolata nella quale Renzi ha indicato anche la squadra del partito chiamata a occuparsene (il numero due del Pd Guerini, il presidente Orfini, i capigruppo Zanda e Rosato oltre ad alcuni membri della minoranza) che però ha trovato lo scetticismo di Gianni Cuperlo e Roberto Speranza i quali l’hanno giudicata  troppo tardiva e debole. "Se un accordo vero sulla legge elettorale non ci dovesse essere - ha detto Cuperlo -, il 4 dicembre non posso votare la riforma che ho votato 3 volte in Parlamento, ma Matteo ti dico 'stai sereno' perché se sarà così, un minuto dopo, comunicherò le dimissioni alla presidente della Camera”.

Speranza è stato anche più categorico: “Avremmo avuto l'Italicum senza la fiducia e il Pd che fa da motore? Chi ha fatto quel passaggio molto sbagliato - ha precisato Speranza - deve avere il coraggio e la forza di porre rimedio. Io fino all'ultimo istante non mi voglio sottrarre a nessun tentativo: si vuole fare un comitato? Bene. Ma serve un'iniziativa Pd e una spinta del governo. La proposta di Renzi non è sufficiente perché sconta ancora questa debolezza”. Secca la replica del segretario-premier: “Un premio di maggioranza eccessivo – ha concluso Renzi -  ci ha consentito di avere la maggioranza alla Camera ma non al Senato. Chi viene a dire facciamo  l’accordo nel Pd e pi siamo tutti d’accordo nega la verità dei numeri: perche da soli i numeri non li abbiamo”. Da qui l’appello di Renzi: “Garantiamo il massimo impegno da parte nostra, ma non trasformiamolo in un tormentone”.

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