Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Matteo Renzi: "provo ad offrire una soluzione"

Matteo Renzi prova ad aprire uno spiraglio per evitare una possibile scissione all’interno del Pd

Condividi su:

Provo a offrire una soluzione, nel rispetto di tutti. Io ho il compito politico di affrontare il tema del cosiddetto combinato disposto tra riforma costituzionale e legge elettorale. Essendo così importante la prima, il mio compito è cercare ulteriormente le ragioni di un punto di accordo. Se ognuno immagina di usare la legge elettorale come alibi, lo smontiamo per non perdere l'occasione della riforma costituzionale”.

Matteo Renzi prova ad aprire uno spiraglio per evitare una possibile scissione all’interno del Pd dopo le forti presa di posizione di Pierluigi Bersani intenzionato a votare no al referendum del 4 dicembre. Il suo, nella Direzione in corso di svolgimento nella sede del partito in via Sant’Andrea delle Fratte a Roma, è un intervento abbastanza breve dove però il segretario-premier non perde l’occasione per togliersi qualche ulteriore sassolino dalla scarpa e per ribadire alcuni concetti a lui cari. “Abbiamo scelto -  ha sottolineato - la democrazia interna e non i caminetti dei big o presunti tale. Lo avevamo promesso nelle primarie e l'impegno congressuale vale più dei mal di pancia dei leader: quindi parliamo qui”. Chiaro il riferimento all’ex segretario nazionale, ma anche a D’Alema, a Speranza, a Cuperlo e agli altri esponenti della minoranza dem. E a scanso di ulteriori equivoci aggiunge riferendosi al clima all’interno del partito: “Da quando sono stato eletto segretario non c'è mai stato un momento senza polemica interna: uno scontro permanente.

Da 18 anni ci chiediamo chi ha ammazzato il centrosinistra e l’Ulivo, non vorrei passare i prossimi 18 anni a interrogarci chi abbia deciso di chiudere la prospettiva del Pd: è un dibattito che i nostri elettori e l’Italia non meritano, le discussioni dentro il partito non possono tenere fermo il Paese. Il Pd non è nato per questo”. Il premier poi passa alla legge elettorale proponendo una discussione “in tempi certi” sull’Italicum, non durante la campagna referendaria, ma con l’impegno di iscriverla nelle commissioni competenti nelle due settimane immediatamente successive. “Propongo una delegazione – dice ancora - formata dal vicesegretario del Pd come coordinatore, i capigruppo, il presidente, più un esponente della minoranza.

Siamo totalmente disponibili a lavorare per un confronto: chiedo solo che la delegazione senta tutti gli altri partiti, anche i 5 stelle”.  Scettico Gianni Cuperlo (Sinistradem) intervenuto subito dopo il premier: “Abbiamo fatto un passo sul sentiero con la relazione di Renzi – ha sottolineato - e chiedo se c’è quella volontà politica di evitare una frattura. Una proposta non può essere rinviata al dopo: andiamo a vedere la sostanza di queste parole nei prossimi giorni, poi ognuno assumerà le proprie decisioni”. “Se un accordo non ci dovesse essere – ha concluso rivolgendosi direttamente al Premier - io non potrò votare quella riforma ma se tu mi spingerai a quella scelta, comunicherò il giorno stesso alla presidente della Camera le mie dimissioni da deputato.   

Condividi su:

Seguici su Facebook