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Lorenzin si autoassolve: nessuna responsabilità come ministro

Le opposizioni attaccano duramente Beatrice Lorenzin

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Nessuna responsabilità come ministro. Tutta colpa invece della struttura di comunicazione che non avrebbe fatto bene il suo lavoro. Beatrice Lorenzin, nel primo contestatissimo Fertility Day voluto dal Ministero della Salute e macchiato dalla disastrosa campagna pubblicitaria che ha preceduto l’appuntamento, non solo si autoassolve dalle critiche copiose piovutegli addosso ma si difende prima facendo saltare la responsabile Daniela Rodorigo e poi rispondendo colpo su colpo alle dure polemiche sfociate con una accusa di razzismo per un’immagine contenuta nella prima pagina dell’opuscolo informativo poi ritirato. “Nel Fertility Day parliamo di salute - ha detto rispondendo agli attacchi -,  poi c'è l’aspetto politico e nella politica ci sono le strumentalizzazioni. Mi sa che c'è un sacco di gente che aspira a fare il ministro della Salute: va benissimo, ma io intanto mi occupo di cose vere. Che io debba passare intere giornate a fare speculazioni su una foto della campagna non va bene: posso interessarmene un giorno, ma poi chi è responsabile dell’accaduto va a casa. A me era stata presentata una immagine diversa. Ciò che conta però è parlare del problema di salute legato all’infertilità, ed è importante rilanciare l’attenzione sulle malattie sessualmente trasmesse che sono in aumento ".

Lorenzin ha poi smentito screzi con il premier Matteo Renzi: “Con lui abbiamo altro di cui parlare, ma trovo ridicolo - ha continuato - che si possa accusare di razzismo proprio il ministero della Salute. Prima si seguano i lavori che sono relativi ai problemi di salute legati all’infertilità, poi si discute: ed io sono aperta al confronto. C'è poi un tema sociale legato al lavoro che deve essere centrale nell’agenda del governo e dei prossimi governi. il ministro Costa ha presentato un pacchetto a sostegno delle politiche familiari, che porterà in legge di stabilità. Questo è un passo importante, così come la promozione del lavoro femminile".

Tutto risolto dunque? Non per le opposizioni che vanno duramente all’attacco. In particolare l’ex ministro della Sanità Livia Turco (Pd) che propone un tavolo di lavoro per il sostegno alla maternità e paternità composto da Ministeri, Regioni, enti Locali, forze economiche e sociali in cui mettere a punto un programma concreto di interventi i cui effetti siano monitorati attraverso una relazione annuale. “Asili nido, consultori famigliari, assegno per i figli, educazione sessuale e sentimentale, lavoro per le donne, congedi di paternità: queste sono le priorità - sottolinea Turco - a partire già dalla prossima legge di Stabilità”.
Aggiunge l’ex ministro: “Stiamo diventando una società sterile che non consente alle donne ed agli uomini di avere i figli che si desiderano: sterile perché i tempi sociali condizionano quelli biologici, perché il nostro vivere è sempre più incentrato sulla fretta, sulla velocità e sull'apparire, perché dopo l’esaltazione della maternità dentro lo stereotipo di ruolo e  destino  attorno ad essa è prevalso il silenzio”.

Secca invece la reazione di Gabriella Giammanco (Forza Italia) ospite del programma del programma di Radio1 Un giorno da pecora: “Non ho condiviso e anzi ho disprezzato questa campagna di comunicazione che secondo me è una barzelletta: evidentemente ci sono dilettanti allo sbaraglio che lavorano anche nei ministeri".
 

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