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Ballottaggio Torino, sfida tv Fassino-Appendino

I due candidati “superstiti” si sono confrontati su Sky

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“Sono sempre in giro per la città, più che prepararmi mi interessa continuare a parlare ai torinesi”.

Così Chiara Appendino rispondeva su Twitter alla nostra domanda su come si stesse preparando al confronto tv, sugli schermi di Sky, col sindaco uscente di Torino, Piero Fassino. Confronto che ha avuto luogo ieri, in prima serata, proprio nelle stesse ore in cui stavano iniziando gli Europei di calcio. Ma i torinesi che hanno rinunziato a vedere le prime battute della partita non hanno certo perso il loro tempo, anzi.

Con la moderazione dell’immancabile Gianluca Semprini, infatti, hanno avuto modi di godersi un gradevole scontro all’arma bianca tra un sindaco ex super-Ds miracolosamente convertitosi al capitalismo dell’innovazione e una talebana della micro-impresa e della tolleranza zero per chi non rispetta i divieti.   

Visione generale di Torino per il futuro ma anche immigrazione, emergenza povertà, debito comunale, sicurezza urbana: sono alcuni dei principali argomenti su cui si sono dati battaglia i due candidati sindaco rimasti in campo. Divise per tema, riepiloghiamo qui di seguito le loro parole, affiancando la risposta dell’uno a quella dell’altra.

LA VOCAZIONE DI TORINO

F (FASSINO) Torino non ha rinunciato ad essere una città industriale, ma nello stesso tempo si è aperta a nuove vocazioni che le hanno consentito di stare a galla negli anni della crisi e di uscirne indenne.

A (APPENDINO) Sono fiera che sin dall’inizio degli anni ’90 le strategie di sviluppo abbiano puntato sulla sua anima culturale, che però da sola non basta: ci vuole un deciso rilancio dell’artigianato e delle piccole e medie imprese.

MOVIDA E RISPETTO DELLA PUBBLICA QUIETE

A Ci vuole il rispetto delle regole: bisogna incentivarlo e premiare chi lo pratica. Bisogna invece smettere di essere tolleranti con chi non lo fa.

F È necessario studiare norme per una movida ordinata, cercando il rispetto su regole condivise.

IL DEBITO DI TORINO

F Il debito ammontava a tre miliardi e quattrocento milioni al momento del nostro insediamento, oggi è sotto due milioni e otto. Abbiamo ridotto il debito senza negare servizi a cittadini.
A La situazione è più complicata, il debito strutturale continua sopra i tre miliardi. Bisogna fare chiarezza su svendita partecipate, che assicurano servizi essenziali di cui la città non poteva privarsi.

SICUREZZA IN CITTA’

A Il sindaco può liberare i vigili dall’attività amministrativa, e ripristinare i vigili di quartiere. È necessario istituire un rimborso per gli over 65 vittime di furto.
F Pronti a stipulare un patto per la sicurezza col governo. Siamo inoltre in procinto di dotare di videocamere di sorveglianza i punti critici della città (compresi parchi e scuole).

L’INDIGENZA A TORINO

A Sono centomila i poveri a Torino secondo le stime della Caritas. Necessario istituire Reddito di cittadinanza.
F Contesto le stime in possesso della Appendino. Nel corso del mio primo mandato abbiamo realizzato duecentosessantasette milioni di investimenti per i meno abbienti e abbiamo assistito venticinquemila famiglie. INnoltre abbiamo istituito un fondo anti-sfratti.

POLITICHE SULL’IMMIGRAZIONE

F Il consiglio d’Europa, esaminando 75 città europee sotto il profilo delle politiche di integrazione, ha messo Torino al quinto posto, una medaglia inequivocabile per il nostro buon governo.
A Bisogna approfondire il dialogo tra culture diverse potenziando il ruolo del Comitato Interfedi, istituito a Torino nel 2016.

EMERGENZA DISOCCUPAZIONE

A Contro la disoccupazione, bisogna lanciare un piano che agevoli l'assunzione di giovani in piccole e medie imprese.
F Mi sembra necessario continuare a favorire investimenti sull’innovazione anche promuovendo, sull’esempio di altre grandi città europee, la nascita e lo sviluppo di un’Agenzia locale per gli investimenti.

APPELLO FINALE

F Votatemi per continuare a lavorare in prospettiva di una Torino accogliente, attrattiva e solidale.
A Giudicatemi per le mie idee e per la mia squadra.

Tra un match e l’altro, giusto per alleggerire un po’ la tensione, un piccolo esame su una passione che accomuna i due sfidanti: la Juventus. Probabilmente per entrambi è stato l’argomento più difficile, visto che nessuno dei due, alla domanda, secca, su quanti scudetti abbia vinto la squadra bianconera ha saputo dire precisamente 32; o magari diplomaticamente non ha voluto farlo, visto che, a partire dal 2006, sul calcolo dei titoli tricolori juventini permangono le detrazioni operate dalla giustizia sportiva

 

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