“Non spetta a me decidere su espulsioni o sospensioni dal partito”.
Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, è ritornato ad inizio settimana per il Corsera sulla vicenda del provvedimento di sospensione ai danni del sindaco di Parma del M5S, Federico Pizzarotti. “C’è una procedura in corso, e la parola decisiva spetta al garante del movimento, che è e resta Beppe Grillo”. Gli altri partiti, aggiunge il coordinatore nazionale di M5S (che costituisce un triumvirato insieme a Fico e Di Battista), “se mi attribuiscono responsabilità di questo tipo, è solo perché sono in cerca di visibilità”.
Il caso Pizzarotti non comporterà nessuna conseguenza negativa in vista delle prossime amministrative, assicura Di Maio (a differenza di quanto fa, invece, lo stesso Grillo in un post del suo blog). Anzi, a lui sembra che tutta questa storia possa essere una prova di autorevolezza del movimento agli occhi dell’elettorato pentastellato: “Penso che ci premierà il fatto che applichiamo le regole”, in modo ferreo come sempre, “e senza nascondere la polvere sotto il tappeto”. Quanto al pericolo-spaccature all’interno della famiglia politica grillina, a suo parere è uno scenario che non sussiste.
In ogni caso, se problemi su questo piano ci saranno, Di Maio li affronterà al termine del suo tour accademico mondiale nel corso del quale racconterà epopea e natura del M5S all'uditorio dei principali atenei internazionali: SciencePo a Parigi, Harvard a Cambridge (Massachusetts) e New York University.