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Dal 30 novembre nelle sale “Rocco”, il film su Siffredi

Per due anni due documentaristi hanno seguito Rocco Siffredi, l’icona mondiale del porno

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Un film su Rocco intitolato “Rocco” , non  Rocco ei suoi fratelli ma un documentario su  Rocco Siffredi. L'attore leggenda  con 1500 film hard , 5000 partner, trent'anni di porno.

Il film secondo alcuni critici che l'hanno visto in anteprima  risulta profondo, romantico, estetico, toccante. E’ stato molto difficile trovare i finanziamenti, anche se gli  autori, e Alban Thierry Demaizière Teurlai erano già noti  per il loro film sulla danza al Teatro dell'Opera Parigi  e in questo caso hanno decisamente cambiato soggetto, anche se sempre di corpi danzanti si tratta. 
Rocco Tano  detto Siffredi,  da sempre sapeva che doveva brillare e non rimanere nascosto proprio per quella sua caratteristica incredibile quei centimetri di carne e sangue che lo hanno reso famoso. Una caratteristica anatomica che nel film viene mostrata una sola volta. Nato in Abruzzo nei primi minuti del  film racconta che deve la sua ascesa ad  un patto con il diavolo  e dichiara : "Quando ero un bambino, ho sognato di una bacchetta magica per cambiare la vita di famiglia poi mi sono reso conto che ce l’avevo già”

Rocco e la sua schiavitù adolescenziale di questo insano desiderio, doloroso, ossessivo, a casa, sulle spiagge, in campagna ovunque e racconta del suo incubo ricorrente. "ogni quattro o  cinque anni, e mi sveglio in un bagno di sudore: una strana voce mi chiede di rendergli ciò che mi ha dato . Se sono qui oggi è a causa del mio cazzo.”  racconta “lui mi ha salvato, era sempre lì per me. So di  un attore che a Praga,  che si è ucciso perché non funzionava più .  E prosegue con tono amaro:" Quando si dipende dal  cazzo, la tua vita diventa un inferno. " Nel film,  questo supermaschio piange, consumato dal senso di colpa quando ricorda la madre defunta, molto religiosa, che avrebbe voluto vederlo prete e  dalla cui foto non si separa mai.

In Rocco, per 103 minuti, lo spettatore segue l'attore-produttore, che a 52 anni, ha deciso girare il suo ultimo film. Realizzato al   Kink di San Francisco, sede dell’impero mediatico della pornografia, la pellicola è intrisa di  una religiosità sincera con Rocco sempre affiancato dal cugino Gabriele, tanto da poterli definire  il Don Chisciotte e Sancio Panza della Porn Valley.
Nel film si vede l’attore nella sua vita quotidiana coni suoi figli di 16 e 20 anni,  uno parla del migliore padre che avrebbe mai potuto avere, l’altro  non dice niente a testa bassa.
Si vede allora la tristezza sul viso del “campione del mondo del porno”  "a scuola hanno dovuto affrontare  tante osservazioni poco gentili” racconta il padre. Sua moglie Rosa , ex attrice porno, ancora al suo fianco ancora innamorata.
Con questo film si temeva l’idealizzazione del  porno. La riabilitazione di un maledetto. Ma i due registi non hanno eluso la violenza come nella  scena allucinante del film in cui,  una giovane attrice, quasi in trance, durante un casting prende la mano del re del porno e se la infila in bocca fino a  svenire. “Non si guida una macchina da corsa a 350 chilometri all'ora se il passeggero accanto a te non si fida di te. " ha commentato Siffredi.
L’attore  produttore, annuncia di voler presto  aprire una scuola in Italia del porno, la  Siffredi Academy è alla ricerca "dell'orgasmo perfetto"  e questo è forse l’aspetto più affascinante del film che da carnale  si trasforma in  cerebrale.

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