Del "nuovo" palinsesto Rai beffa abbiamo parlato a profusione qui, sottolineando che Viale Mazzini se ne infischia delle risoluzioni della Commissione di Vigilanza, delle autorità di controllo come L'AgCom e in ultima analisi degli italiani che pagano il canone.
In un'intervista a Fanpage, il Segretario della Vigilanza Michele Anzaldi approfondisce il caso che sta montando sia relativamente alla chiamata di Maria De Filippi a condurre una serata su Rai1 all'insegna del servizio pubblico, quando invece la presentatrice è l'emblema della privata Mediaset, sia riguardo all'affidamento della conduzione di Agorà a Luisella Costamagna - un'esterna - in quota M5s.
“Maria De Filippi è una grandissima professionista" dichiara l'On. Anzaldi, "e non è la prima volta che partecipa ad un evento Rai. Il segnale che arriva dalla scelta di Rai1 di farle condurre una trasmissione simbolo, però, è di un’azienda totalmente allo sbando. La Rai ha 5.114 dipendenti donne, tante giornaliste (come per esempio Emma D'Aquino e Laura Chimenti), tante conduttrici interne, tanti volti da far crescere. Perché per un evento del genere si preferisce rivolgersi al volto simbolo della concorrenza? Si vogliono inseguire facili ascolti o valorizzare davvero l’azienda?"
E ancora: "Ma questo è solo un episodio, ci sono casi ben peggiori. Basti pensare alla chiamata diretta di una giornalista esterna come Luisella Costamagna per la conduzione quotidiana di un contenitore di informazione come Agorà. Perché per un prodotto totalmente Rai si decide di puntare su un volto esterno invece di valorizzare una delle centinaia di giornaliste Rai?”.
“Si tratta di una scommessa al buio" continua il Segretario Anzaldi, "perché la giornalista non ha esperienze del genere alle spalle di conduzione di una trasmissione quotidiana a questo livello. Quale altra azienda farebbe lo stesso? Mentre Mediaset scommette sulle sue giornaliste, la Rai ricomincia sempre da zero, tanto pagano gli italiani".
L'onorevole renziano torna anche sulla vexata quaestio delle promesse da marinaio dell'Ad Fabrizio Salini. "Quando è venuto in commissione di Vigilanza, l’amministratore delegato aveva declamato tanti buoni propositi sulla valorizzazione degli interni, ma alla prova dei fatti si è comportato all’opposto. Le uniche novità sull’informazione riguardano giornalisti esterni, poi ci sono scelte senza alcun senso aziendale. Penso a Salvo Sottile. Perché far crescere e valorizzare per 5 anni un giornalista come lui, anche con buoni risultati di ascolto, e poi improvvisamente metterlo da parte solo perché è cambiato direttore di rete? Quale altra azienda farebbe una scelta così suicida, con le conduzioni affidate in base alle simpatie dei direttori?"
Il Segretario della Commissione di Vigilanza chiama in causa poi il caso di Antonella Clerici, "messa da parte per un anno pur essendo pagata, e ora recuperata" nonché quello di Lorella Cuccarini, "una professionista, per un anno in onda tutti i giorni e poi rimandata a casa. Il Parlamento viene puntualmente umiliato, la Rai si permette di ignorare gli atti della Vigilanza, le risoluzioni approvate addirittura all’unanimità. Da una parte i soldi del canone garantiscono risorse che non risentono di nessuna crisi, quindi non c’è neanche l’eventuale problema degli ascolti e degli inserzionisti. Dall’altra le autorità di controllo che dovrebbero vigilare sulla qualità del prodotto sono state totalmente delegittimate. Se basta una sentenza di un giudice del Tar di Roma per sconfessare il lavoro di mesi di commissari, giuristi ed esperti Agcom, come si può sperare che la Rai rispetti le regole?”.