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25 Aprile: Salvate il soldato Recalcati (ma non solo su RaiPlay)

Massimo Recalcati analizza la propaganda dei regimi totalitari su RaiTre in una “troppo” tarda serata

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Si è fatto un gran “rumore” in questi giorni su come festeggiare un insolito 25 aprile giunto alla sua settantacinquesima ricorrenza. La “cattività” da Covid-19, tutto sommato, potrebbe offrire tempo utile per recuperare quanto trasmesso da RaiTre lo scorso lunedì 13 aprile: un’analisi in chiave psicanalitica della propaganda in uso nei regimi totalitari – perché, se la conosci, magari la eviti - “salvata” su RaiPlay sotto la voce fanatismo nel Lessico Civile di Massimo Recalcati.

Recalcati, psicanalista esperto dei “nuovi sintomi” legati a anoressia, bulimia, depressione e a tutte le varie forme di disagio contemporanee, cura dal 2018 su una serie di “riflessioni” sul nostro linguaggio evidenziando come questo parli dei nostri sentimenti, del nostro pensiero, della nostra vita, prendendo spunto da tematiche comuni a psicanalisi, sociologia e antropologia culturale; il risultato è una serie di trasmissioni incentrate sull’analisi del nostro lessico che Recalcati ha distinto di anno in anno in famigliare, amoroso e civile. Nulla di cui egli non abbia già scritto nei suoi libri, in un esperimento certamente meno godibile de Le Parole della Settimana del sabato sera in prime time di RaiTre a firma Massimo Gramellini, dove le parole sono la chiave di lettura dell’attualità da parte di un acuto e sensibile intellettuale e di ospiti illustri e non. Recalcati invece tiene essenzialmente una lectio magistralis, cedendo di volta in volta la parola a qualche filmato, e rivolgendosi a una giovane platea che pone poche domande, solo in chiusura di trasmissione. Egli mette tuttavia a nostra disposizione una preziosa competenza, offrendo ai telespettatori, al minimo, una buona occasione per conoscere se stessi e la società, a partire dalla riflessione sul linguaggio in uso. Peccato però che Lessico Civile vada in onda non prima delle 23,15 circa, in coda a Report, a suo netto svantaggio nelle rilevazioni Auditel.

A trattarne torna alla mente il ricordo di quando RaiUno concedeva al “pioniere” della divulgazione scientifica - Piero Angela – e al suo primo Quark, niente più che una collocazione in seconda serata. E di come quel genere – grazie anche al figlio Alberto – si sia reso nel tempo più democratico, coprendo quei passi da gigante che l’hanno portato a scalare le ripide vette di un forse insperato sabato sera.

Di certo oggi sono diversi - ma non così lontani - i tempi in cui Alberto Manzi in Non è Mai Troppo Tardi si rivolgeva a un’Italia alle prese con problemi di analfabetismo dal primo dei due unici canali televisivi esistenti. Ora, fra i tanti canali televisivi fruibili, ve ne sono addirittura alcuni eminentemente culturali, ma in un Paese alle prese con un analfabetismo funzionale dilagante; quella forma di analfabetismo che consiste nell’incapacità di usare in modo efficace, nella nostra vita quotidiana, le abilità di lettura, scrittura e calcolo, con la conseguente e ineludibile difficoltà di comprendere, valutare e usare le informazioni di cui la società impone l’elaborazione, laddove un livello d’istruzione superiore non sempre è fattore di prevenzione. Insomma, l’ennesimo “nuovo sintomo” di cui sarà prima o poi necessario approntare la cura.

All’augurio dunque di trascorrere un buon anniversario della Liberazione, associo quello che la RAI recuperi presto tutto il suo potenziale educativo; e noi – da piccoli, ma numerosi, suoi azionisti – si abbia sempre più occasione per riflettere sulla nostra lingua e sul nostro invidiabile patrimonio culturale – a più voci e forme – ad orari che consentano la migliore fruibilità possibile.

 

 

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