Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Paolo Nori, come rispondere ad un’intervista con una sola frase

Illuminante non-intervista al bravo scrittore parmense

Condividi su:

E be’, lo sapevo sì, già prima di cercare il sig. Nori, che ci son di quegli scrittori che son celebri e di quegli scrittori che son celebri, pure loro, ma che non gliene importa poi così tanto.

E che quegli scrittori che son celebri, e che gliene importa, ti concedon quelle lunghe interviste, che ti fanno sentire come quell’inviata che ha conosciuto Khomeini e quegli altri uomini strani. E invece quegli scrittori che son celebri, ma non gliene importa, magari son pure lusingati di quella lunga lista di domande – e perché no? – ma poi sembra quasi che pensino: Ma non è che poi magari con le mie risposte gliela rovino, la bellezza di queste domande? Boh, è andata che mi è venuta voglia di rischiare. E ho pensato: ma che intervista gli faccio, al sig. Nori? E allora mi son fiondato su Wikipedia, e poi ho raccolto quei quadernoni dove avevo incollato i suoi articoli su Libero, e poi i suoi libri che avevo comprato. E poi mi son fatto un giro sul suo sito. E allora mi sono messo a scrivere e gli ho mandato, al sig. Nori, questo papello qui (che poi non so mica se si dica così in Emilia).

Caro dott. Nori,
scrivo per un giornale online e ho imparato ad amarla dalle pagine di Libero. Mi concederebbe una breve intervista sulla sua visione della letteratura  e i suoi principi di poetica? Le anticipo le mie cinque domande:se vorrà collaborare, potrebbe inviarmi le sue risposte facendo semplicemente seguito a questa mail.

1. Lei nasce come traduttore e si è laureato in lingua e letteratura russa con una tesi sulle teorie linguistiche di Chiebnikov: è per questo che nella sua produzione l'aspetto linguistico-espressivo è sempre molto importante?

2. Al di là dell'imperativo manzoniano di "risciacquare i panni in Arno", era forse dai tempi di Verga (tutt'al più di Gadda) che nella letteratura italiana non si vedeva un tentativo di piegare la lingua scritta alle esigenze di un esprimersi informale, che si scrive come si vive, in un certo senso. Possiamo definire il suo stile "minimalismo linguistico"? 

3. In tema di minimalismo, stavolta non solo linguistico ma anche tematico, accetta il paragone con Carver?

4. Nel 2001 da uno sfortunato incidente ebbe modo di trarre un'interessante esperienza letteraria, Grandi ustionati. Nel 2013, è riuscito a rialzarsi dopo un nuovo sinistro: da un incidente all'altro, cosa è cambiato nel suo modo di fare letteratura ma anche nella sua visione del mondo?

5. Il suo orizzonte narrativo di riferimento sembra molto casalingo, volutamente provinciale, eppure, a differenza di Salgari, che scriveva storie avventurosissime senza mai essersi mosso da casa, lei scrive storie piccole anche se il mondo un po' lo ha girato,senza dire che ha molti contatti all'estero. In particolare, mi ha colpito il fatto che lei è stato in Iraq e Algeria. Che ricordi ha di quei paesi?

E allora il sig. Nori mi ha letto la mail, gentilmente, e gentilmente mi ha risposto. Ma in quel modo lì, io penso, come solo uno qual è il sig. Nori avrebbe saputo fare.

Buongiorno, la ringrazio per le domande, ho provato a rispondere ma non ci sono riuscito. Faccio fatica, a parlare del modo in cui scrivo. Mi dispiace, stia bene.

Ma, buon Dio: se volevo una conferma che si tratta di uno scrittore minimalista, questa è certamente la risposta migliore che poteva darmi! Ebbene sì, come dice un proverbio (che non esiste ma che sarebbe plausibile): vale più una risposta ricevuta che cento domande rivolte.
 

Condividi su:

Seguici su Facebook