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Chiara Pavoni e l'amore per il teatro

Intervista all'attrice del monologo "Tragicamente rosso"

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Chiara Pavoni

Attrice, modella, ballerina, coreografa e regista. Chiara Pavoni si forma alla Scuola di Teatro di Bologna e completa i suoi studi d’attrice con Alessandro Fersen, Beatrice Bracco e Leonardo Bragaglia. Integra la recitazione con altri interessi: studia canto con Elizabeth Aubry e Timothy Martin, partecipando anche ai corsi della Scuola Popolare di Musica del Testaccio di Roma, e percussioni con Stefano Rossini. Ha collaborato sia in teatro che al cinema con numerosi registi: Ronconi, Manfrè, Archibugi, Di Mattia, Schnaas, Millocco, Martone, Santoprete, Dominerò,  Zuccon, Atteya, per citarne alcuni. In teatro ha preso parte a quasi un centinaio di produzioni; nel cinema indipendente è particolarmente conosciuta grazie al suo coinvolgimento in oltre cento tra cortometraggi e videoclip. Sa trasformarsi nei personaggi più diversi e proprio per questa versatilità riesce a conquistare il pubblico.

Da anni interpreti ruoli impegnativi, donne maltrattate, violentate, fragili. Come ci riesci? Esiste qualche tecnica precisa?


L'amore per il mio lavoro, la tenerezza per i personaggi, l'immedesimazione per la sofferenza mi consentono di entrare nell’unicità di ogni ruolo.


Con il monologo “Tragicamente rosso”, scritto da Michela Zanarella e diretto da Giuseppe Lorin, da ben due anni porti in scena il dramma della violenza sulle donne. Che significato ha per te questa drammaturgia?


Tragicamente rosso è un monologo che affronta una tematica purtroppo sempre attuale e dolorosa come la violenza. Ho accettato subito di lavorare a questo progetto teatrale, seguendo le linee di regia di Giuseppe Lorin e cercando di rispettare il testo scritto da Michela Zanarella. C’è tanta poesia in questa drammaturgia, è una storia tratta da un fatto avvenuto realmente e racconta la sofferenza che appartiene a molte donne che non hanno la forza per dire basta, donne che non hanno il coraggio di denunciare l’uomo che hanno accanto. Ogni volta che vado in scena mi rendo conto di quanta crudeltà ci sia in un amore malato, che annienta e riduce a brandelli l’anima. Ho visto persone piangere durante lo spettacolo, altre riconoscersi nella situazione, e ciò che mi dà più soddisfazione è proprio riuscire a lasciare qualcosa in chi viene a teatro.


Dal teatro al cinema, non ti fermi mai. Cosa ci dici della tua parte nel film diretto da Giuseppe Andreozzi “Angeli nel grano”?


E’ vero, sono in un periodo di grande attività. E' stato piacevole lavorare con Giuseppe Lorin interpretando due personaggi non convenzionali, ma questo è anche merito del regista Giuseppe Andreozzi che riesce sempre ad affidarmi dei ruoli stimolanti.


La danza è una delle tue grandi passioni, è espressione di leggerezza ed eleganza, sei d’accordo?


Sono cresciuta con la danza. È una dimensione dello spirito, mi insegna continuamente la leggerezza per affrontare la vita.

Da attrice e modella il benessere del corpo e della mente sono fondamentali, tu che cosa fai per essere sempre in forma?

Attraverso lo Yoga che dona  forza ed elasticità. Avvicina all'essenza delll'unione del corpo con lo spirito.

Ambizioni e progetti.

Ho diversi progetti in cantiere, sicuramente continueremo a promuovere “Tragicamente rosso”, ci sono già diverse tappe in programma, sto lavorando a diversi film e quindi anche l’impegno con il cinema sarà costante. Per il teatro, vi invito a seguirmi, perchè non mancheranno nuove storie di donne.

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