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Ocse, per pensioni italiane cammino in salita

In arrivo sgravi fiscali per Sud

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Un futuro di ulteriori sforzi.

Ė quello che prevede l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per la “sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico italiano”. E questo nonostante le importanti riforme a cui si è dato avvio in tempi recenti, tra cui l’innalzamento dell’età pensionabile (66 anni e sette mesi com’è noto, anche se il presidente dell'InpBoeri, prevede una soglia “matusalemmica”, 75 anni, per i lavoratori nati negli anni ’80 ed entrati nel mondo del lavoro stabile da poco tempo).

Critiche e osservazioni dell’Ocse sono contenute nel rapporto “Pensions at a glance 2015”, uno studio che, proprio come dice il titolo, analizza “in un colpo d’occhio” problematiche e scenari della materia pensionistica nel nostro Paese. Esso, infatti, registra come in Italia il tasso di sostituzione netto delle pensioni rispetto al salario medio è pari al 79,9%, molto al di sopra della media Ocse che è del 63%. Anche i contributi previdenziali sul lavoro dipendente, che si attestano al 33%, sono i più alti dell’area.

Sul fronte parlamentare, intanto, la maggioranza si è mantenuta coerente all'impegno preso sugli sgravi fiscali sul Mezzogiorno. Tale impegno si è concretizzato con l'aggiunta, all'inizio del mese, di un emendamento al ddl di Stabilità 2016, che prevede la decontribuzione al 100% per i lavoratori assunti con contratto  a tempo indeterminato in Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia, così da “allungare la vita” agli sgravi fiscali già previsti dalla manovra economica 2015

La commissione Bilancio di Montecitorio, che lavora alacremente, all'alba di dicembre aveva bocciato già 3000 emendamenti sui 5000 presentanti al ddl fino a quel momento. Il testo della legge di Stabilità per il 2016, già passato in prima lettura al Senato il 21 novembre scorso, è atteso alla Camera il prossimo 15 dicembre.  

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