Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Resta il segreto sulle spese degli eurodeputati

Ventotto giornalisti hanno richiesto l’accesso alle spese extra degli europarlamentari ma la richiesta è stata respinta

Condividi su:

Questa estate i giornalisti che avevano richiesto l’accesso alle spese dei parlamentari europei provenivano dai vari stati membri tra questi anche dai membri del centro di giornalismo investigativoIRPI – Investigative Reporting Project Italy, ma la loro richiesta è stata rigettata.

Il rifiuto dell'Europarlamento è dovuto a questi motivi. Primo tra tutti pare che non esista la documentazione delle spese dei parlamentari. Il secondo è alcuni documenti contengono informazioni pesronali e la loro diffusione significarebbe violazione della privacy  . La terza motivazione è che fornire questi documenti cancellando i dati personali significherebbe troppo lavoro per gli impiegati amministirativi di Bruxelles, una mole di lavoro di cui non varrebbe la pena.

Del trattamento dei 751 deputati dell’Europarlamento sappiamo che guadagnano uno stipendio netto di € 6.250, del quale i giornalisti non chiedevano conto. Bensì volevano sapere altro : “Stiamo chiedendo accesso, invece, ai documenti che mostrano nel dettaglio come vengano spesi tutti quei fondi extra a disposizione degli europarlamentari oltre il loro salario, e solo quegli extra che gli sono dati per lo svolgimento del loro mandato pubblico, in quanto rappresentanti eletti dai cittadini europei”.

I  fondi comprendono : l’indennità per spese generali, destinata a coprire le spese sostenute nello Stato membro di elezione, la gestione pari a   € 4.320 mensili,  spese di viaggio per le  riunioni del Parlamento che si svolgono a Bruxelles o a Strasburgo altre spese di viaggio, per conferenze o missioni, fino a € 4.264 avute durante i periodi di attività parlamentare. Altra voce è l’indennità per l’assistenza parlamentare l’importo mensile massimo disponibile ammonta a € 21.379 per eurodeputato.
IL  gruppo dei giornalisti richiedenti tuttavia non si è scoraggiato, adducendo che si tratta di soldi pubblici e il 13 novembre ha presentato ricorso contro il rifiuto del Parlamento di fornire questi documenti alla Corte di giustizia dell’Unione Europea. Toccherà ai giudici ora stabilire chi ha ragione. 

Condividi su:

Seguici su Facebook