Pil in caduta libera, nel primo triimestre del 2013, con un crollo del 2,4% rispetto all'anno precedente e dello 0,6% rispetto agli ultimi tre mesi del 2012. I dati dell'Istat rivedono al ribasso le stime, gia' negative, diffuse a maggio (-0,5% congiunturale e -2,3% tendenziale) e portano la variazione acquisita per il 2013 a -1,6%. Numeri poco incoraggianti
arrivando anche dalla produzione industriale, che ad aprile registra un calo del 4,6% annuo e dello 0,3% rispetto al mese precedente.
Mentre a maggio, secondo il Centro studi di Confindustria, si registra un ''modesto recupero'' della produzione industriale (+0,3% su aprile); la distanza dal picco pre crisi (aprile 2008) si attesta al -24,9%.
Le difficolta' congiunturali dell'economia italiana, spiega Bankitalia, ''si sovrappongono ai ritardi con cui il sistema produttivo si sta adattando ai cambiamenti intervenuti nell'ultimo
quarto di secolo. Il potenziale di crescita, inferiore a quello dei nostri principali partner gia' prima della crisi, si sta ancora indebolendo". In questo quadro, osserva il vicedirettore generale, Fabio Panetta, "la perdita di occupazione, in particolare tra i giovani, e la riduzione del potere di acquisto delle famiglie generano sfiducia, con rischi per la stessa coesione sociale".
La svolta per il paese, avverte il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, non arrivera' a breve: ''il secondo trimestre non sara' il trimestre della svolta''. I dati diffusi dall'Istat ''ci dicono che il primo trimestre non solo e' andato male, ma anche peggio di quanto ci aspettassimo. I consumi, gli investimenti e l'Export sono scesi e non e' stato il trimestre della svolta''. Inoltre ''i dati sulla produzione industriale ci dicono che il calo prosegue, anche se qualche segno positivo viene segnalato in alcuni settori''.