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Lieve ripresa per il fatturato dell'industria: +0,4%

In crescita la disoccupazione giovanile

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Il fatturato dell'industria torna a crescere, segnando a novembre 2013, un aumento dello 0,4%, rispetto all'anno precedente, grazie alla spinta dei mercati esteri. È quanto emerge dai dati Istat, secondo cui si tratterebbe del primo aumento annuo dopo 22 cali consecutivi, da dicembre 2011.

Il rialzo congiunturale di novembre arriva dopo un ottobre in negativo e segna una ripresa, sia per il giro d'affari, ottenuto sul mercato interno, sia per quello estero (+0,9% in entrambi i casi). Su base annua, invece, è ancora da fuori confine che arriva la spinta (+4,8%), con i ricavi interni in territorio negativo (-1,8%). Dopo i risultati sulla produzione industriale, la crescita era davvero attesa, nonostante l'Istat precisi come il fatturato annuo, risulti anche questa volta in discesa (-2,7%).
 Gli ordinativi dell'industria segnano a novembre 2013 un aumento del 2,3%, rispetto ad ottobre scorso, e del 3% su base annua. L'aumento mensile delle commesse, dopo il ribasso di ottobre, è legato prevalentemente alla buona performance, ottenuta sul mercato interno (+4,1%), a fronte del calo registrato fuori confine (-0,4%). Lo stesso vale per la crescita annua, la terza di fila, con un +5,5% a livello nazionale, contro il -0,5% degli ordini esteri.
Nel 2013, i disoccupati nel mondo sono stati 202 milioni, con un aumento di 5 milioni, rispetto al 2012 . E' quanto si legge nel Rapporto Ilo sull'occupazione, secondo il quale, entro il 2018, sono previsti ancora 13 milioni di disoccupati in più. La ripresa senza occupazione penalizza soprattutto i giovani. Infatti, nella fascia di età compresa tra i 15 e 24 anni, 74,5 milioni, saranno le persone senza lavoro.

Fortunatamente, nei prossimi anni, si prospetta la creazione di 40 milioni di nuovi posti di lavoro l'anno, a fronte di almeno 42,6 milioni di nuovi entrati nel mercato del lavoro. Entro il 2018, ci si aspettano oltre 13 milioni di disoccupati in più. «La crescita dell'occupazione - si legge nel Rapporto - rimane debole, la disoccupazione continua a crescere, in particolare quella giovanile, e sono molti i lavoratori scoraggiati che restano ancora al di fuori del mercato del lavoro. Sono molti i settori in cui si iniziano a vedere profitti, che però, si riversano principalmente nei mercati finanziari e non nell'economia reale, pregiudicando le prospettive occupazionali di lungo termine». Ai ritmi attuali, entro 4 anni, saranno creati 200 milioni di posti di lavoro supplementari, ma si tratta di un dato inferiore al livello necessario ad assorbire il numero crescente di ingressi sul mercato del lavoro. «Sono necessari maggiori sforzi, -  dichiara il direttore generale Ilo, Guy Ryder - per accelerare la creazione di posti di lavoro e sostenere le imprese che creano occupazione». Nella fascia tra i 15 e i 24 anni ci sono 74,5 milioni di disoccupati con un tasso di senza lavoro del 13,1%. Nell'Unione europea e nelle economie avanzate, il tasso di disoccupazione è all'8%, con 45,2 milioni di senza lavoro. L'Ilo auspica ad una graduale diminuzione di questo tasso, nei prossimi anni e la discesa al di sotto dell'8%, intorno al 2018. «La ripresa fragile - scrive l'Ilo - è in parte dovuta al perseguimento delle politiche di austerità nella regione».
Nel Rapporto, si legge che il numero dei lavoratori poveri diminuisce, nonostante ci siano 375 milioni di occupati, che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno.

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