Secondo l'ultimo rapporto stilato da Legambiente, è emerso che la condizione degli edifici scolastici italiani, non fa altro che peggiorare. Quanto di preciso sia grave la situazione, però, è difficile dirlo. Manca, infatti, l’anagrafe dell’edilizia scolastica: un censimento completo di tutti gli istituti, con descrizione della struttura e del suo stato, cubature e certificazioni. Uno strumento previsto per legge: la cosiddetta legge Masini (n. 23/96) lo ha istituito nel 1996. Ma l’anagrafe non è mai stata pubblicata e tuttora persiste più di una difficoltà al suo completamento. Nel 2008, l'ex ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva provato a rilanciarla, istituendo una task force, per effettuare dei sopralluoghi e verificare la vulnerabilità degli elementi degli edifici. Gruppi di lavoro di cui si sono perse le tracce. Nel settembre del 2012, l’ex ministro Francesco Profumo, ha pubblicato i primi risultati del censimento: ma si tratta per lo più di macrodati, che non entrano nel dettaglio.
Un’anagrafe completa è necessaria. Gli edifici scolastici italiani sono circa 40mila. Il 62% è stato costruito prima del 1974, anno dell’entrata in vigore delle norme antisismiche. Solo il 17,7%, secondo i dati del Miur, è in possesso del certificato di prevenzione incendi. Inoltre, appena una scuola su due è dotata di una scala esterna antincendio. Nemmeno l'impianto elettrico, per il 40% delle scuole, è a norma di legge.
Si tratta, dunque di dati allarmanti. Tuttavia, in base a ricerche effettuate dal ministero, non sempre la mancanza di un certificato corrisponde ad una reale pericolosità della struttura: ci sono edifici perfettamente a norma, ma fatiscenti o viceversa. Per questo un censimento dettagliato rappresenterebbe una svolta. «Se l’anagrafe venisse completata e pubblicata - spiega Vanessa Pallucchi, responsabile scuola di Legambiente - , i genitori conoscerebbero lo stato delle scuole, dove mandano a studiare i propri figli. Con una lista delle emergenze, gli interventi potrebbero essere più mirati, oltre che sollecitati dall’opinione pubblica». «Ma, - aggiunge Legambiente - forse è proprio questo che frena il ministero: probabilmente hanno paura a pubblicare un resoconto che certifichi lo stato disastroso delle scuole italiane».
«Innanzitutto cominciamo a metterci un po’ di soldi», ha affermato il sottosegretario Gianluca Galletti, secondo cui ci sarà un piano di investimenti da 1,2 miliardi complessivi, tra cui i 450 milioni di euro previsti dal decreto del Fare, fino al 2016. «Gli elenchi di priorità li abbiamo comunque, a prescindere dall’anagrafe: sappiamo dove è più urgente intervenire e metteremo gli enti locali nelle condizioni di farlo».
Solo più tardi si riattiverà il percorso per la realizzazione dell’anagrafe. Del resto, vista anche la necessità di riorganizzare e aggiornare le informazioni già in possesso, oltre a raccoglierne di nuove, il ministero punta ad attuare un Osservatorio ad hoc. Non si tratta di una vera novità , poichè lo prevedeva anche la già citata legge Masini. Un organo collegiale con tecnici di tutti i soggetti coinvolti, per stilare dei criteri di raccolta dei dati e di stesura del rapporto, e monitorare costantemente i lavori, sarebbe davvero importante. Anche su questo fronte, però, ci sono problemi. Il progetto dell’Osservatorio doveva essere presentato in Conferenza unificata, già prima di Natale: è saltato per la protesta dell’Anci contro la legge di stabilità . «Fino a quando non parte l’Osservatorio, - commenta il Miur - , è impossibile fissare delle scadenze, anche solo orientative». Intanto, l’anagrafe dell’edilizia scolastica continua ad aspettare: un'attesa lunga quasi 20 anni.

