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Eurozona, crescita al rallentatore

Le cifre della Commissione Ue

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Moderato non significa per forza modesto, con tutte le sue implicazioni svilenti.

Certo però è che, secondo le stime della Commissione Ue pubblicate martedì 3 maggio, la crescita nel Vecchio Continente  per il 2016 non è proprio quella di un’Europa da Champions League: al massimo da Europa League. Queste le cifre fornite dal gabinetto Juncker: per quanto riguarda il Pil, l’indicatore generale della ricchezza di ogni Paese, a fronte di una previsione, formulata a febbraio, di un +1,7%, si registra un incremento reale che, al contrario, non è superiore all’1,6%. Appena un po’ al di sotto delle attese, però matematicamente al di sotto.

Al ribasso anche le stime sull’inflazione: 0,5% la quota prevista dagli analisti a febbraio, 0,2 quella effettivamente rilevabile in questo momento: la colpa è da imputarsi al tracollo dei prezzi del petrolio. Solo per l’inflazione, appunto. Per l’andamento generale, invece, la Commissione chiama in causa una serie di eventi concatenati, che vanno dal rallentamento della Cina alle varie tensioni geopolitiche che rendono arroventati i rapporti tra Occidente e Mediterraneo Orientale, fino al referendum sulla Brexit.

Fortuna che, se di tendenza ribassista parliamo, possiamo farlo anche laddove essa è un dato positivissimo – e non potrebbe essere diversamente –, e cioè riguardo al capitolo disoccupazione. Anche in questo caso, però, i dati realmente verificabili sono un po’ meno lusinghieri di quelli preventivati, ancora una volta, a febbraio.

Qui abbiamo, infatti, un -10,3% che non è esattamente il -10,5 preconizzato. Ci si consola però con le stime per il 2017, allorché il tasso di inoccupazione dovrebbe ridursi al 9,9%. Purché non siano state fatte anch’esse a febbraio: in tal caso, infatti, tocca aspettarsi un dato reale ritoccato al  ribasso almeno di qualche decimale.

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