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Istat, inflazione scende a novembre

Valore minimo da scorsa primavera

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Novembre: non solo castagne, prime avvisaglie di influenza e foglie ingiallite.

A sentire l’Istat, che dà conferma di alcune stime preliminari, quest’anno c’è anche qualcos’altro, magari meno caratteristico ma altrettanto positivo. Rispetto ad ottobre, infatti, nel corso del penultimo mese del 2015 regredisce il tasso annuo dell’inflazione, che passa dallo 0,3% allo 0,1%. L’aspetto veramente importante è questo, che si tratta del dato più basso dallo scorso maggio.

Su base mensile l’indice dei prezzi al consumo scende addirittura dello 0,4%.  Causa prima della “sdrammatizzazione” inflazionistica sembra essere, nel passaggio da ottobre a novembre, la riduzione della crescita tendenziale delle tariffe relative ai servizi ricreativi, culturali e per la cura e l’igiene personali (che passa da -1,4% a +0,6%). In questo macro-settore il “taglio” più consistente lo fanno registrare i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione: erano al +2,1% nelle settimane della vendemmia, da dopo Ognissanti sono scesi allo 0,9%.

Ricordiamo, naturalmente, che con crescita tendenziale intendiamo il dato di sviluppo che ha come corrispettivo quello dell’anno precedente nel periodo di tempo equivalente a quello in esame (esempio: il dato tendenziale di novembre 2015 è tale perché raffrontato a quello di novembre 2014). Crescita congiunturale, invece (difatti è congiunturale il termine opposto a tendenziale nella terminologia della materia che trattiamo), è il dato di crescita relativo, ad esempio, ad un mese, che ha come termine di paragone il mese immediatamente precedente (dunque anche congiunturalmente, alla luce di quanto si è detto, novembre 2015 sta davvero messo bene).

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