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Bloomberg: cittadini Usa contro accoglienza siriani

Ma New York “città franca”

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Non è il “solito” Trump o la sua area elettorale di riferimento, o magari il codazzo di suoi sostenitori.

All’indomani dei nuovi fatti di Parigi, a pronunciarsi per la chiusura del programma di accoglienza dei profughi siriani è il grosso dell’opinione pubblica americana, secondo un sondaggio Bloomberg pubblicato il 19 novembre.

Da più parti, in Europa, osservatori qualificati, dopo gli attacchi al Bataclan e allo Stade de France, hanno detto che l’Isis ha vinto un’importante battaglia in quella guerra perpetua e globale lanciata dal terrorismo islamico a partire dal 2001. Di sicuro, però, la vittoria vale doppio, se è vero come è vero che il “regime della paura” che gli islamisti vogliono imporre all’Occidente ha conquistato (o se si vuole riconquistato) anche l’altra sponda dell’Oceano Atlantico.

Le cifre non lasciano dubbi: ad oggi il 53% dei cittadini Usa riterrebbe opportuno che il governo facesse un passo indietro sul piano Obama per l’accoglienza di diecimila profughi siriani entro il 2016; solo il 28%, invece, si sente di incitare la Casa Bianca a proseguire in questa direzione. C’è poi un 11% del campione intervistato che, in sintonia con le proposte lanciate da due candidati repubblicani, Jeb Bush e Ted Cruz, pensa che il programma dovrebbe essere riservato ai soli siriani cristiani.

In linea con l’orientamento espresso dal popolo americano, la Camera dei Rappresentanti ha trovato un’intesa bipartisan su una legge che aumenta i controlli di sicurezza su profughi siriani e iracheni, e blocca, in pratica, il piano Obama. 289 voti (242 repubblicani e 47 democratici) per stabilire che nessun profugo potrà mettere piede negli Usa prima di aver superato i controlli dell’Fbi, della Sicurezza Interna e della Direzione Nazionale. Il Presidente è già pronto a porre il suo veto, ma la realtà è che sono già trenta gli Stati della Federazione sul punto di chiudere le porte agli immigrati asiatici.

In mezzo a tutto ciò, la città di New York, nelle parole delle sue massime autorità, sembra andare in controtendenza: “Alimentare la paura è l’obiettivo dei terroristi, ma noi non ci faremo intimidire”, ha dichiarato il sindaco Bill De Blasio, e sulla stessa lunghezza d’onda sembra essere il capo della Polizia newyorkese, Bratton. La coraggiosa tranquillità del primo cittadino della Grande Mela ha come punto d’appoggio un video dell’Isis, circolato nei giorni scorsi su Internet. Contiene più o meno le stesse minacce alla sua metropoli di un altro video  già apparso lo scorso mese di aprile.

Minacce cadute nel vuoto: la polizia sostiene addirittura che si tratti dello stesso video, riciclato per l’occasione da qualche fanatico proprio per rinnovare il terrore nei cittadini di New York, almeno in quelli che se lo erano eventualmente persi la scorsa primavera

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