Decapitato il vertice supremo dello stato Islamico?
L’aeronautica militare irachena ha comunicato domenica scorsa di aver abbattuto il convoglio del leader dell’Isis, Abu aBakr al-Baghdadi, nel corso di un raid effettuato al confine tra le provincie occidentali irachene di Al-Anbar e Karbala, ma anche di non aver elementi per stabilire con certezza quale possa essere stata l’effettiva sorte del Califfo.
Quel che è sicuro, è che molti altri dirigenti di spicco dello Stato Islamico sono stati eliminati. Tutto grazie ad una “soffiata”: un informatore segreto aveva infatti riferito all’esercito iracheno che gli altissimi gradi dell’Isis, tra cui appunto il Leader Massimo, erano in procinto di riunirsi nella città di Karbala, capitale dell’omonimo governatorato (provincia).
Questa di cui parliamo non è la prima volta in cui al-Baghdadi si è trovato seriamente a tu per tu con la morte (ammesso, com’è logico, che anche stavolta sia stato solo sfiorato da essa): nel novembre del 2014, sempre nel territorio dell'Anbar, un altro raid si portò via parecchi leader del Califfato, e tra essi si sospettò potesse esserci lo stesso comandante in capo, però non ci furono immagini a testimoniarlo, solo un comunicato del portavoce dell’Isis, che invitava l’Occidente a dubitare che lo Stato Islamico sarebbe finito, se anche fosse morto il suo fondatore.
Niente immagini neppure nel marzo 2015, quando addirittura si costruì tutto un epos intorno agli ultimi, possibili istanti di vita del Grande Artefice: portato in un nascondiglio da fidati mujaheddin, così si disse poiché sembrava che fosse rimasto paralizzato, in attesa dell’arrivo dei medici che, in realtà, non avrebbero potuto fare altro che assistere al passaggio di leadership da lui all’erede designato, Abu Ala Al Afri. Ma è inutile dire che, se parliamo ancora di al-Baghdadi, l’intervento dei medici in quella circostanza fu, invece, salvifico.
Adesso, invece, al contrario delle altre volte, parrebbero esserci anche le immagini: e, a meno che quello delle foto non sia un sosia del Califfo, a dispetto delle mancate conferme ufficiali dell’Isis e del Pentagono (un silenzio che, specialmente da parte jihadista, comunque è di prassi), stavolta potrebbe essere stata davvero la volta buona.