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Libia, ucciso capo degli scafisti a Tripoli

Indice puntato sull'Italia: “nessun coinvolgimento” replicano Farnesina e Difesa

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In uno scontro a fuoco è morto Salah Al-Maskhout, tra i principali capi degli scafisti libici responsabile del traffico umano nel canale di Sicilia.


Una sparatoria breve e mirata, quella che ieri è avvenuta a Tripoli in cui è rimasto ucciso uno dei più potenti boss del traffico di esseri umani in Libia.   Salah Al-Maskhout stava uscendo da una casa di parenti a poca distanza dal centro medico della città, accompagnato da ben otto miliziani di scorta, quando un commando gli ha sbarrato la strada uccidendolo insieme ai suoi accompagnatori: un'opera di professionisti secondo le prime testimonianze raccolte dal giornale Libya Herald, che hanno agito armati solo di pistole affrontando la scorta di Maskhout, dotata dei temibili fucili russi Kalashnikov, e avendone ragione.

Salah Al-Maskhout, già ex ufficiale dell'esercito durante il regime di Gheddafi, era il capo degli scafisti di Zuwara, considerata la capitale del contrabbando in Libia: una città della Tripolitania dedita a molti traffici illegali, tra i quali spicca in primo piano quello dei migranti e che ora vede nascere più di un interrogativo dopo questo agguato.

Il Presidente del Congresso Libico (Gcn) – il Parlamento parallelo di Tripoli - Nuri Abu Sahmain, a cui il capo scafista morto veniva indicato come uomo di fiducia, ha puntato il dito contro l'Italia e le sue forze speciali, responsabili a suo dire dell'agguato secondo un comunicato dello stesso Sahmain diffuso dal giornale inglese Guardian.

Secca la smentita da parte italiana: nessun coinvolgimento di forze speciali italiane nell'uccisione in Libia del boss degli scafisti,Salah Al Mashkout – hanno dichiarato dalla nostra Difesa, ripresa anche dalla Farnesina: è da escludersi categoricamente la notizia di qualsiasi coinvolgimento di forze speciali italiane in Libia apparsa su mezzi di informazione – replicano dagli Esteri.

Intanto a Bengasi sono in corso violenti scontri intorno alla città ,come riferito da alcuni testimoni all'agenzia Ansa: le forze armate lealiste di Tobruk hanno sferrato un'offensiva che vede almeno un migliaio di soldati sul campo, supportati da elicotteri e aerei. Ancora paura e terrore per la popolazione civile, alla quale è stato raccomandato di non uscire di casa.

Quale che sia l'esito della situazione in Libia dopo l'attacco al capo degli scafisti qualcosa si è mosso: un segnale che i libici non possono ignorare adesso, pur sempre in mezzo ad una guerra civile.

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