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Gb, un radicale alla guida dei laburisti?

Corbyn in testa nei sondaggi per le primarie

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Un marxista al timone del partito di Blair, sarà mai possibile?

Di sicuro non potrebbe mai essere il modello del nostro Matteo Renzi. Eppure, secondo gli ultimi sondaggi della stampa e dei media inglesi, potrebbe diventarne il successore nella segreteria del Labour Party (naturalmente non ne sarebbe il successore diretto: tra lui e l’ex premier ci sono infatti un Brown, una Harman e un Miliband di mezzo).

Jeremy Corbyn, sessantasei anni, parlamentare, esponente di spicco dell’ala più a sinistra del partito progressista britannico ora all’opposizione, è senza ombra di dubbio, nella rosa dei candidati alla sua leadership,  il più forte in vista delle primarie del 12 settembre prossimo. Il Times gli accredita, al momento, un 43% dei consensi degli elettori del Labour. Parecchio staccati risultano i suoi competitors, tutti colleghi in Parlamento: Andrew Burnham (26%), Yvette Cooper (20%) e Liz Kendall (16%).

Come nota Enrico Franceschini su Repubblica, dopo due elezioni politiche consecutive perse battendosi su posizioni a sinistra del blairismo (neo-thatcheriano per definizione), ci si aspettava che i laburisti tornassero verso sentieri più classici. Invece, nell’aria sembra esserci una svolta di ultrasinistra.  

Però… però c’è la “fatwa” del “padre nobile” Tony Blair, che fiuta un pericolo per il futuro stesso del partito: ”Se Corbyn diventa leader non andremo incontro soltanto ad una sconfitta, verremo annientati. Vi prego, fermate Corbyn finché siete ancora in tempo, e fatelo anche se mi detestate.”

Corbyn sembra non curarsene, e continua a conquistare fette sempre più larghe di elettorato reale. Con il suo stile alla mano ma da vero gladiatore dell’arena politica rispondendo direttamente nelle strade di Londra alle domande dei cittadini e dei giornalisti, predicando contro il capitalismo, contro la Nato e contro Israele, e andando in televisione per dire, apertamente, “Viva Marx, da cui abbiamo molto da imparare”.   

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