Delitto e castigo. Per mezzo di un altro delitto.
Un palestinese è stato ucciso lo scorso fine settimana a sud di Nablus (Cisgiordania) a colpi di arma da fuoco da un agente israeliano. Quello stesso palestinese, un ragazzo sedicenne, secondo quanto dice la Mezza Luna Rossa Palestinese (una onlus nata nel 2003 a tutela dei bambini e dei giovani arabi cisigiordani e della Striscia),qualche ora prima, e sempre nella stessa zona, aveva ferito a coltellate un collega del suo uccisore, una guardia di frontiera. Le notizie in possesso dell'associazione sono state riportate dall'agenzia di stampa palestinese, la Maan.
Ci troviamo più precisamente a Beta Junction, nei pressi del villaggio di Huwara. Il capo della Croce Rossa di Nablus, Abed Alhalim Jaafreh, ha dichiarato che il ragazzo non è morto sul colpo, ma in conseguenza delle ferite da arma da fuoco riportate.
Qualche ora prima un altro pasionario palestinese, di cui non è stata precisata l’età, aveva tentato di aggredire un altro agente di polizia ebreo ad ovest di Ramallah secondo l’Ansa, sulla strada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, secondo altre fonti come l’edizione online de La stampa; ed era stato punito col ferimento della mano.
Non è la prima volta, in questi ultimi mesi, che giovani ardimentosi arabi di Palestina, i cosiddetti “lupi solitari”, tentano di assalire rappresentanti delle forze dell’ordine dell’odiato stato ebraico avendo alle loro spalle nient’altro che il proprio coraggio. A giugno fece scalpore la notizia dell’aggressione alla Porta di Damasco (zona di Gerusalemme) di un poliziotto israeliano da parte di un diciottenne cisgiordano. E l’episodio avveniva a pochi giorni di distanza dall’esecuzione a colpi di pistola di un altro agente ebreo in un insediamento in terra di Cisgiordania.

