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Marò, è battaglia in vista del 10 agosto

Ancora scintille tra Italia e India

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Che San Lorenzo sarà, il prossimo?

Qualcuno aspetterà le stelle che cadono, ammesso che cadano; qualcun altro, due persone in particolare, e ancor più nello specifico due fucilieri della Marina italiana, trattenuti in India da quasi quattro anni,  volgerà invece la sua attesa al primo atto della discussione  di un arbitrato internazionale che potrebbe, vorrebbe essere decisivo per la loro sorte.  Ammesso, naturalmente, che dalla discussione qualche frutto possa venire. Il governo italiano ci crede parecchio, ed è inutile dire che è stata proprio la Farnesina a premere perché sulla spinosa, contorta, kafkianissima vicenda dei due marò potesse esprimersi un organo terzo, neutrale, come il Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos).

Il governo di New Delhi, invece, non ci crede per niente, e anzi ritiene che questo dell’arbitrato sia l’ennesimo tentativo italiano di risolvere la questione violando la legittimità della competenza giuridica dell'India. Barricate pronte, insomma: lo fa capire, in modo abbastanza inequivocabile, il procuratore aggiunto generale indiano, P.S. Narshima, sulle colonne del quotidiano Hindu: “Solo l’India ha la giurisdizione di perseguire crimini avvenuti nel suo territorio”.

Il ministero degli Esteri italiano ha replicato con accenti virtuosi che riecheggiano quelli che Pier Capponi, guida e paladino dell’antica Repubblica di Firenze, indirizzò a Carlo VIII di Francia: “Se l’India opporrà le sue obiezioni, noi faremo valere le nostre ragioni, con determinazione, al fine di addivenire ad una soluzione positiva della vicenda”.

L’appuntamento, per tutti, è ad Amburgo il 10 agosto. Queste, in sostanza, le due posizioni in campo a proposito del futuro immediato della “strana (e straziata) coppia”: l’Italia vorrebbe trattenere sul proprio suolo a tempo indeterminato Massimiliano Latorre , la cui salute è notevolmente peggiorata dall’inizio del massacrante affaire (va detto, però, che il 13 luglio la Corte Suprema Indiana si era già espressa positivamente riguardo ad un ulteriore prolungamento di altri sei mesi della permanenza in patria del marò malato, a scopi, ovviamente, terapeutici); e inoltre vorrebbe ottenere per il suo compagno di sventura, Salvatore Girone, quantomeno l’autorizzazione a mettere piede nel continente europeo. L’India, dal canto suo, ci terrebbe molto a far ricongiungere i due amiconi: ma non certo per motivi sentimentali.   

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