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Strage Sousse: tre arrestati a processo

Decisione del tribunale di prima istanza di Tunisi

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Nell’ordinamento giudiziario tunisino il Tribunale di prima istanza è  l’equivalente del nostro Tribunale di primo grado.

Il 7 luglio i giudici di tale organo hanno deciso l’apertura di un processo per tre dei dodici arrestati insieme al “pesce grosso” Rezgui in seguito alla strage “balneare” di Sousse.

Di quella “sporca dozzina”, a dir la verità, coloro che andranno a processo sono gli unici rimasti nel mazzo:cinque persone, infatti, sono state liberate la scorsa settimana, essendo stato accertato che non hanno offerto alcun supporto logistico al ventitreenne killer. Ad esse se ne sono aggiunte altre quattro.

I giudici non hanno specificato i capi di imputazione in base ai quali i tre fermati finiranno alla sbarra. Ma è ragionevole supporre che uno di essi possa essere la stessa motivazione alla base del loro arresto, e cioè il legame, personale o operativo, con Seifeddine Rezgui, o Yacoubi. Nome di battaglia Abu Yahya al-Qayrawani, anche se non è confermato che le due identità coincidano.

Il sito ibtimes (www.ibtimes.com) fa una scheda abbastanza dettagliata del giovane “eroe nero”  del 26 giugno: classico isisino under 30, studente di ingegneria elettronica all’università di Kairouan,  passato dalla passione per la breakdance a quella per il kalashnikov da spiaggia, imbracciato mentre portava un paio di bermuda. E, presumibilmente, mentre si trovava col suo ombrellone in mezzo ai turisti che poi avrebbe martirizzato.

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