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Immigrazione, accordo Serbia-Ungheria-Austria

Promemoria per difesa frontiere

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In tempi di celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, non si può non ricordare la storica Triplice Allenza, quella formata da Austria, Germania e Italia. Ad essa si contrapponeva, com’è noto, la Triplice Intesa, costituita da Russia, Inghilterra e Francia.

Poi, si sa, il cambio di campo italiano fece sì che la Triplice Alleanza diventasse duplice mentre la Triplice Intesa diventasse quadruplice (almeno fino all’uscita dal conflitto della Russia). Cento anni dopo, pur in tempi di Europa unita, si parla ancora di una duplice intesa, quella tra Francia e Germania per dirigere i destini economici dell’Unione, e adesso sembra riaffacciarsi anche una Triplice Allenza: in chiave anti-immigrazione.

Scordatevi, però, l’Austria asburgica, la Germania guglielmina e l’Italia liberale post-giolittiana. Per due terzi, però, bisogna ammetterlo, il Patto Tripartito del III millennio richiama quello classico: esso, infatti, è stato sancito, mercoledì 1 luglio, tra i ministri dell’Interno di Austria, Ungheria e Serbia. Come a dire, tra quelle che in altri tempi erano le due anime territoriali di uno degli imperi centrali europei più potenti,, l'Austria e l'Ungheria, e una nazione slava indipendente su cui gli austro-ungarici sognavano di imporre la loro egemonia. Altri tempi, appunto: ora ciò che conta per la storia è che sia stato firmato un memorandum d’intesa che impegna le tre nazioni a rafforzare, in uno sforzo operativo partecipato, controlli e difesa delle frontiere.

Non solo Mediterraneo; l’emergenza umanitaria è anche sulla “rotta dei Balcani” ed è proprio per affrontarla adeguatamente che Austria, Ungheria e Serbia si sono accordate sulle politiche di sicurezza. Il Patto prevede operazioni congiunte  di polizia alla frontiera, lotta al traffico di esseri umani e speciali punti di contatto nei tre Paesi. Che, nelle persone dei ministri firmatari dell’intesa, non mancano di fare la voce grossa in Ue per reclamare più mezzi finanziari in favore di Frontex, l’agenzia comunitaria  che si occupa proprio di coordinare il pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati dell’Unione.

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