La città nigeriana di Dikwa, nella regione del Borno, non è più nelle mani di Boko Haram: a sottrarre loro l’ex capitale dell’Emirato – tale era infatti il Borno fino al 1976, quando fu unito a tutti gli effetti alla Nigeria – sono state le truppe del Ciad, giunte in soccorso dei regolari di Abuja. Lo annuncia un portavoce dell’esercito ciaddiano, martedì 3 marzo. Lo scontro sarebbe avvenuto, verosimilmente, ventiquattr’ore prima. Secondo il sito premiumtimesng (www.premiumtimesng.com) la campagna congiunta anti-Boko degli eserciti del Ciad e della Nigeria sarebbe stata concordata dai ministri della Difesa dei due Stati agli inizi di febbraio.
Per un soldato morto nella battaglia contro i miliziani, aggiunge il portavoce, sono molti di più i caduti dalla parte opposta. Ma il ritiro degli estremisti dalla città, dopo la sconfitta, sarebbe stato tutt’altro che incruento: prima di sparire per sempre, infatti, i jihadisti di Maiduguri hanno voluto regalare ai cittadini di Dikwa l’ultimo ricordo da incubo, passandone per le armi a centinaia.
Mentre le truppe di N’Djamena operavano per la liberazione di Dikwa, quelle nigeriane procuravano un altro rovescio a Boko Haram, puntando, forti dei successi accumulati dall’inizio dell’anno, direttamente alla capitale del “Califfato”: i soldati di Goodluck Jonathan, infatti, si sono scontrati con i bokoharamiani alle porte di Konduga, che si trova a venticinque chilometri da Maiduguri: e lì, non lontano dal villaggio che ha dato i natali al senatore Kakà Mailam Yale, i miliziani morti sarebbero una settantina.
