Non c’è dubbio che Obama arriverà alla fine della sua corsa presidenziale e terminerà due mandati completi. Ma quanti di quelli che, nel 2008, lo hanno sostenuto, da dietro le quinte, in quella fantastica adventure for change e poi, dopo la vittoria, si sono meritatamente ritagliati un angolo di palcoscenico, arriveranno con lui al traguardo? Il 5 febbraio il team dei collaboratori di Obama perde altre due pedine: due “alfieri” dell’Obama language, parliamo infatti di Dan Pfeiffer, primo consigliere del Presidente, e dell’italo-americana Jennifer Palmieri, direttore della comunicazione della Casa Bianca.
Pfeiffer, quasi quarantenne, ha iniziato la carriera di stratega della comunicazione politico-elettorale nel 2000 come portavoce di Al Gore. In seguito è passato dagli staff dei senatori Tim Johnson, Tom Daschle ed Evan Bayh, per poi arrivare nel 2008 a curare l’aspetto comunicativo della campagna elettorale di Obama. E quindi, una volta entrato nella “grande casa dei bottoni”, a essere l’uomo-ombra dell’immagine presidenziale. Per lui si prospetta, entro marzo, un momentaneo “riposo forzato”.
La Palmieri, dal 2013 l’elemento-cardine del dialogo stampa-amministrazione (in realtà aveva ereditato questo ruolo proprio da Pfeiffer), formatasi negli staff di John Edwards, candidato democratico alle presidenziali del 2004, e di Leon Panetta, ex segretario della Difesa, dà invece l’arrivederci al n. 1600 di Pennsylvania Avenue per tornare in prima linea nella costruzione della vittoria di un candidato: è stata infatti scelta da Hillary Clinton come responsabile della comunicazione della sua campagna elettorale per le presidenziali del 2016.