I marò agirono con la volontà di uccidere. E, secondo l’Economic Times (più o meno la versione indiana del Sole 24 Ore), ci sono le prove. Il 9 gennaio l’autorevole testata in lingua inglese di New Delhi scrive che l’uccisione dei due pescatori da parte dei fucilieri della Marina italiana non fu accidentale, bensì intenzionale: e, per corroborare questa tesi che, comunque, non fatica a trovare sostenitori nell’opinione pubblica indiana, cita un funzionario della Polizia antiterrorismo, quella che negli incubi di Latorre e Girone è certamente più nota con la famigerata sigla Nia (National Investigation Agency).
La Nia avrebbe un asso nella manica: un rapporto, che non è ancora stato depositato per le contestazioni avanzate da parte italiana circa l’effettiva competenza dell’India a giudicare sul caso. In quel documento, fa capire l’Economic Times, si dimostra in modo inoppugnabile come i marò utilizzarono una forza letale, senza essere trascinati a far ciò, e soprattutto senza avere la convinzione che di fronte a loro c’erano davvero pirati; o, peggio ancora, sapendo perfettamente che non lo erano, al contrario di quanto essi hanno sempre sostenuto. “Venti colpi sono stati sparati con armi automatiche contro i pescatori a solo centoventicinque chilometri dalla petroliera”, dichiara sulle colonne del giornale il funzionario intervistato, offrendo qualche anticipazione sulle argomentazioni contenute nel documento. “Impossibile – osserva – confondere un peschereccio con una nave di pirati da quella distanza”. E, pur ammettendo la “scarsa preparazione” di Girone e Latorre in quel delicato frangente – stando a quanto risulta alla Nia, i due marò erano alla loro prima operazione anti-pirati -, la sua conclusione è comunque senza scampo: “Omicidio indiscutibile”.
Il rapporto è attualmente all’esame della Corte Suprema di New Delhi, che intanto si è già pronunciata favorevolmente sulla richiesta dell’Italia di dilazionare i tempi di rientro imposti a Massimiliano Latorre, appena dimesso dal Policlinico San Donato di Milano, dove si è sottoposto con successo ad un delicato intervento chirurgico.