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Nigeria, nuova strage firmata Boko Haram

In Nigeria due raid devastanti in quattro giorni

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In questi giorni gli occhi del mondo sono puntati su Parigi e sull’efferato, spaventoso attentato estremista islamico alla redazione di un giornale satirico. Ma non scordiamoci degli altri estremismi sparsi per il mondo. Come quelli paramilitari. Boko Haram, per esempio. Che, nell’arco di quattro giorni (da domenica 5 a mercoledì 7), in due serie di raid compiuti contro sedici cittadine nel nord-est della Nigeria, ha confermato la sua capacità di conciliare il fanatismo jihadista con la selvaggia ferocia di un’orda barbarica di altri tempi. La BBC, che cita come fonte un ufficiale militare (questo secondo Rai News; per repubblica.it è un amministratore locale), parla di un bollettino potenziale di duemila morti nel villaggio di Baqa, come a dire che un’intera comunità sarebbe stata sterminata (effettivamente la popolazione di Baqa dovrebbe aggirarsi intorno a quel numero di abitanti). Ma i miliziani non si sono limitati a far sì che praticamente non rimanesse anima viva per le strade di quel villaggio: per quanto è stato loro possibile, infatti, hanno anche cercato di cancellare l’esistenza stessa di quell’inerme piccola città, riducendola ad un cumulo di macerie. Ancora l’emittente inglese parla di una città abbandonata alle fiamme, che danzano intorno ai “cadaveri ammucchiati per le strade”. Sembra di essere in Jugoslavia nei primi anni ‘90, e di leggere alcune righe di un reportage da Sarajevo: eppure qui non c’è un potente esercito serbo che vuole egemonizzare ciò che resta di un ex solido stato federale, c’è solo una banda di miliziani che cerca di balcanizzare un’area di cui è ben lungi dall’avere il controllo. 
Ma Boko Haram fa paura, non c’è dubbio: chi lo conosce lo teme. Come il Camerun che ancora una volta trema, dopo essere stato esplicitamente minacciato dai miliziani via Youtube.

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