Partecipa a Notizie Nazionali

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Pakistan, attentato talebano a Peshawar

Attaccata scuola militare

Condividi su:

Centotrentacinque morti, un centinaio dei quali minorenni. Il 16 dicembre tornano a farsi sentire i talebani in Pakistan, il Paese che è storicamente considerato la loro base di espansione verso l’Afghanistan: in grande stile, con un attacco ad una scuola militare di Peshawar, non lontana dal confine afghano (Jalalabad è ad un tiro di schioppo da essa).
L’istituto al centro della strage sembra essere qualcosa di equivalente ai nostri istituiti comprensivi per la formazione primaria e secondaria di secondo grado, pur essendo diretto da un ufficiale dell’esercito: al contrario della “Nunziatella” e di altre analoghe scuole militari di casa nostra, infatti, non offre una formazione scolastica di secondo grado, ma accoglie i suoi allievi (figli di ufficiali, ma non solo) nella prima età scolare e li segue poco oltre l’alba dell’adolescenza. Oltre ai cento studenti uccisi, la maggior parte dei quali, stando alle fonti, apparterrebbero alle classi che possiamo far corrispondere a quelle degli ultimi anni delle medie inferiori – si tratterebbe dunque dei più grandi per età tra tutti i ragazzi della popolazione scolastica -, si parla di altri cinquecento loro compagni, con un’età compresa tra i sette e i quattordici anni, caduti in ostaggio dei fondamentalisti. Insieme a loro si troverebbero anche alcuni docenti.
La scelta di quella scuola come obiettivo non è stata casuale. Tecnicamente si parla di raid, ma sarebbe più corretto dire “spedizione punitiva”. Lo conferma il portavoce dei talebani del Pakistan, Mohammed Umar Khorasani, il quale ha dichiarato che intenzione degli attentatori (un commando di fuoco formato da sei o sette membri del movimento Tehrik-e Taliban-e Pakistan) era quella di ripagare i pakistani e il loro governo con lo stesso dolore che essi infliggono ogni giorno ai talebani, distruggendo le loro famiglie e perseguitando le loro donne. 

Condividi su:

Seguici su Facebook