L’operazione portata egregiamente a termine dalla Cape Ray, al culmine della memorabile campagna di bonifica attuata dagli uomini della missione congiunta Opac-ONU, era solo il primo tempo della partita che si gioca sulle armi chimiche del regime di Assad. L’emergenza è sempre, si potrebbe sintetizzare in uno slogan pubblicitario. Dal 18 agosto circa in Siria si trova anche una commissione speciale delle Nazioni Unite, chiamata ad indagare sull’impiego che di quegli strumenti di morte il presidente ha fatto nel corso della lunga guerra civile, tuttora in corso. E sarà un’indagine lunga.
Il 28 il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha detto ufficialmente: “Con il completamento della distruzione di tutte le armi chimiche dichiarate e in seguito a consultazioni con il direttore generale dell'Opac chiuderemo la missione il 30 settembre”. All’impegno collaborativo del Palazzo di Vetro e dell’Opac (l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche), iniziato il 7 gennaio scorso, si deve, nell’arco di nove mesi, lo smaltimento in Siria del 45% di agenti chimici di prima e seconda fascia (quindi i più tossici), Tutto materiale imbarcato a Latakia sulla nave Ark Futura, che ha poi passato il carico alla Cape Ray a Gioia Tauro: dunque, il lavoro degli “inviati speciali” di Ban Ki-moon e di Üzümkü è stato assolutamente propedeutico a quello degli specialisti della nave-laboratorio americana.
Tutto sommato, forse è adesso che per Bashar al-Assad cominciano a suonare le dolenti note: se fino a questo momento, in effetti, come “collaborante” era riuscito a giocarsi le ultime carte spendibili sul tavolo della presentabilità, da oggi in poi per lui non ci saranno più sconti. Da questo punto di vista la commissione ha già fatto capire di che pasta è fatta. A poche ore dal suo insediamento, era già pronta a sfornare la prima notizia bomba: ad aprile, nel corso degli attacchi contro i ribelli a Kfar Zeita, i regolari hanno utilizzato armi al cloro. E non è che l’inizio: da queste parti c’è tutto un mondo di orrori da scoperchiare.