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Ucraina: Onu chiede ritiro truppe Mosca

Richiesta segue la denuncia di Kiev dell’invasione russa

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Venerdì 29 agosto, consiglio di sicurezza ONU dedicato al caso Ucraina: dopo che il governo di Kiev ha denunciato l’invasione subita da parte dei russi, al Palazzo di Vetro l’assemblea si trova concorde nel condannare il rafforzamento dell’impegno militare di Mosca nell’est del Paese.
Vladimir Putin, com’è sua abitudine, sembra non curarsi troppo degli ammonimenti della comunità internazionale e va dritto per la sua strada. Continuando a fare l’arbitro tra le due parti in lotta, separatisti e governativi, senza rinunciare a mettere sul tavolo proposte non prive di un qualche buon senso diplomatico. Quasi in risposta al bando ONU, il Cremlino ha chiesto alle forze separatiste, cui dà il suo appoggio, di aprire un corridoio umanitario a beneficio delle truppe di Kiev rimaste intrappolate nella morsa dei ribelli dopo la conquista, da parte di questi ultimi, della roccaforte di Novoazovsk, fortemente sostenuta dagli aiuti militari russi. Un “percorso protetto di uscita”: per i secessionisti si può fare, a patto che gli ormai odiati connazionali dichiarino la resa. Putin lo trova necessario, “per evitare vittime inutili e dare ai soldati di Poroshenko la possibilità di abbandonare indenni la zona delle operazioni”. La Russia, aggiunge il presidente, ha intenzione di continuare “a fornire aiuti umanitari ai civili”: e, nello stesso tempo, possiamo chiosare, ad assistere i militari della parte filo-russa del conflitto. Il doppiogiochismo in salsa cirillica che, in definitiva, non piace all’ONU (e neppure agli Usa).      

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