Non sappiamo se entrerà nel mito come Mitra che uccise il toro o il Glauco che stritola il delfino o l’Apollo e l’Ercole sterminatori di cavallette, ma di sicuro Kamila Devi con la sua pardalioctonia (una parola dotta per dire: abbattimento di un leopardo!) è già protagonista di un fatto sensazionale. Merito della BBC averlo portato in luce: a immaginare quella donna intrepida, col falcetto in mano, davanti al leopardo pronto a sbranarla ma che alla fine soccomberà, sembra di rivedere Sandokan in un duello con una tigre. Più o meno, però, qualcosa di romanzesco c’è davvero.
La donna, una robusta contadina di 56 anni, mercoledì 27 agosto stava lavorando nei campi nel distretto meridionale di Rudraprayag quando, ad un tratto, si è dovuta allontanare per attingere dell’acqua in un vicino fiume. In quella, un leopardo che si aggirava in zona, avvistata la preda, si è avvicinato alla riva ed è apparso al cospetto di Kamila torvo guatandola. La fortuna di costei è stata quella di portarsi dietro il falcetto con cui stava lavorando: quando il leopardo si è lanciato al suo assalto, ella lo ha subito afferrato e, grazie anche alla sua forza naturale, è riuscita ad “arginare” il contatto mortale con le sue zanne. Nno solo, anche a reagire: dopo uno scontro durato mezz’ora, non è stata lei a lasciarci la pelle, come chiunque avrebbe scommesso, bensì il felino a lasciarci il manto. Non che la coraggiosa Kamila sia uscita dallo scontro senza un graffio, tutt’altro: vittoriosa sul campo, è corsa immediatamente a farsi ricoverare. Il sangue freddo, poi , ha dovuto “improvvisarlo”, ma c’è riuscita bene: “Pensavo di morire, ma non mi è mai mancato il coraggio e la pazienza”. Un gran cuore, aiutato (provvidenzialmente) da un falcetto e, secondo alcune versioni, anche da una vanga.