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Turchia: Erdogan dalla guida del governo a quella della Repubblica

Il premier in carica non ha rivali e vince facile

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Giornata storica per la Turchia, quella di domenica 10 agosto: per la prima volta dalla proclamazione della Repubblica i cittadini turchi sono stati chiamati alle urne per eleggere direttamente il Presidente. Giornata ancor più storica quella di lunedì 11 per il già premier Recep Tayyip Erdogan, che ha festeggiato la sua prima alba da primo capo dello Stato turco forte di un consenso che proviene direttamente dal popolo.
Si chiude un’epoca, quella del Presidente eletto dal Parlamento, iniziata col padre della patria Atatürk e finita con Gül, passando per Inönu, Bayar, Gürsel, Sunay, Korutürk, Evren, Özal, Demirel e Sezer. Con la riforma costituzionale del 2010 se ne è aperta un’altra: e ad inaugurarla è l’uomo che è arbitro della politica turca da più di dieci anni, Erdogan, leder dell’AKP. Accreditato già alla vigilia come il più probabile vincitore con soglie percentuali fino al 55%, il premier non ha deluso le attese arrivando a sfiorare, di fatto, il 52% delle preferenze. Dietro di lui, staccato di 14 punti, il principale avversario, l’indipendente Ekmeleddin Ihsanoglu, storico ed ex segretario dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica, che non supera appunto al 38%. Si ferma quasi al palo, invece, il candidato curdo del Partito Democratico del Popolo, Selahattin Demirtas, il più giovane in corsa, capace di raccogliere solo un misero 9,7%. Molto alta in tutto il Paese l’affluenza alle urne: stando alle cronache, infatti, il 76% degli elettori turchi non ha voluto mancare di partecipare a un appuntamento che, in sostanza, rappresenta l’atto di nascita della Seconda Repubblica turca.

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