Esiste l’accanimento terapeutico, che è quello praticato a vantaggio (o a danno) dei malati in stato vegetativo, così da costringerli a continuare a subire l’alimentazione e la somministrazione di cure artificiali. E poi c’è l’accanimento tanato-tecnico, per così dire, il proseguire a oltranza in una procedura per pena capitale qualora lo strumento con cui la si deve attuare non sia efficace al primo colpo.
Il fatto di cui parliamo risale al 23 luglio scorso, ma la polemica che ne è derivata, e soprattutto le sue conseguenze legali, sono attualità di queste ore. All’interno del carcere di Tucson, città capoluogo della contea di Pima, in Arizona, si è consumato un episodio di crudeltà autorizzata che ha qualcosa di medievale. Joseph Rudolph Wood, 55 anni, condannato a morte sin dal 1991 per un doppio omicidio, è spirato tra le mani del boia due ore dopo l’inizio del trattamento terminale e ben quindici inoculazioni letali subite. Iniezione dopo iniezione, il condannato non dava segno di cedere, anche se il suo strazio e i suoi rantoli aumentavano ogni minuto di più. Non era abbastanza, però: il compito del boia era quello di ucciderlo, di liquidare una scadenza dal suo calendario. Al quindicesimo tentativo, il colpo di grazia lungamente atteso: la mistura di farmaci letali aveva finalmente reso giustizia di un padre e di una figlia (l’ex fidanzata di Wood) barbaramente uccisi nel 1989 proprio a Tucson.
Nelle iniezioni letali praticate negli Usa l’ingrediente uccisivo è sempre stato il barbiturico (pentothal o pentobarbital), mescolato a sostanze che immobilizzano i muscoli, curaro e cloruro di potassio in alcune ricette, midazolam e idromorfone in altre. In altri contesti farmacologici queste sostanze sono dei sedativi, ma nell’economia di questi “cocktail” sono solo dei “rilassanti” delle funzioni motorie, non hanno un effetto analgesico vero e proprio. Inoltre tali sostanze, anche da sole, non sono meno micidiali dei barbiturici: questi ultimi, anzi, sono, in un certo senso, un atto di misericordia nei confronti del condannato, perché gli garantiscono una morte veloce e senza troppo dolore. Negli ultimi anni, però, per economizzare un po’ (uno dei tanti volti macabri della crisi), alcuni Stati hanno scelto di fare a meno del barbiturici, e di comporre la miscela potenziando le quantità degli immobilizzanti. Gli effetti, a partire dall’ Ohio, che si è incaricato di fare l’esperimento per primo, non sono tardati a farsi sentire: i condannati muoiono con troppa lentezza, e con molto più dolore. In pochi mesi, si è passati dai tredici minuti di McGuire (Ohio, gennaio 2014) ai quaranta di Lockett (Oklahoma, aprile) fino ai centododici, appunto, di Wood. Un record scandaloso: i legali dell’uomo, presenti al suo supplizio, hanno deciso di non rimanere impassibili di fronte a quello spettacolo. E qualche minuto prima che sopraggiungesse la morte del loro assistito hanno tentato, invano, di presentare un’istanza di sospensione della condanna a Anthony Kennedy, giudice della Corte Suprema. Tutto quello che hanno ottenuto, a esecuzione ormai compiuta, è stato l’impegno, da parte della governatrice dell’Arizona, la repubblicana Jan Brewer, a far luce sui metodi di attuazione delle condanne a morte. “E’ stato violato l’ottavo emendamento, quello che prevede un’esecuzione priva di una punizione crudele e inusuale”, protestano gli avvocati. In effetti il problema non è solo la composizione del cocktail, ma l’assoluta libertà con cui il boia ha potuto insistere e persistere col suo sadismo. In Arizona il protocollo in materia di esecuzioni capitali per iniezione stabilisce che non si debbano superare i quindici milligrammi di sostanze letali inoculate: nel caso di Wood si è arrivati, nello spazio di tempo in cui è durato il suo calvario, a cinquanta milligrammi. Dopo la prima iniezione senza risultato, è l’argomento sul quale i legali del condannato continueranno a dare battaglia, era necessario interrompere immediatamente la procedura. Fuori dall’Arizona, intanto, qualcosa si muove: la California e altri stati in cui si adotta la ricetta midazolam + idromorfone hanno decretato una moratoria temporanea di questo tipo di esecuzioni.

