A finire sul banco degli imputati stavolta è il parto shackling. Termine usato dagli americani per indicare un parto in cui le donne si trovano a partorire in una condizione particolare. Si tratta, infatti, di donne detenute, che sono costrette a partorire ammanettate ai polsi e alle caviglie durante il parto. La pratica non è condivisa dalle donne che scendono in campo in difesa delle detenute affinché questa prassi venga abolita, considerando che è stata vietata in tanti stati degli Usa, ma nonostante questo sembrerebbe che sia in uso in alcuni istituti di detenzione femminile. A denunciare pubblicamente il fatto è stata l’organizzazione non profit Correctional Association che informa le condizioni in cui sono costrette a partorire alcune detenute nello stato di New York. Scendono in campo non approvando la violenza che viene fatta a queste donne tante associazioni e vengono attuate delle campagne nazionali per tutelare il diritto delle partorienti, considerando che si tratta di una violazione verso i principali diritti umani, che non possono essere violati. Il bambino ha il diritto di nascere non da una donna incatenata come un animale, ma libera anche se si tratta di una detenuta, considerando che in quel momento è semplicemente una donna. Dove volete che possa scappare.