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Si aggrava il bilancio degli scontri di Kiev: 5 morti e 300 feriti

L'Ucraina una polveriera pronta a esplodere

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Cinque attivisti sono stati uccisi e altri 300 feriti nella capitale ucraina Kiev in una giornata di violenti scontri con le forze di sicurezza. Lo ha annunciato il centro medico del movimento di protesta.

«Finora sono state uccise cinque persone. Circa trecento sono rimaste ferite oggi dalla mezzanotte», ha dichiarato Oleg Musiy, coordinatore del servizio medico, all'emittente radiofonica Hromadske, vicina all'opposizione. Secondo il portale di notizie Ukrainska Pravda, quattro delle cinque vittime presentavano ferite da arma da fuoco.

Dura la presa di posizione di Washington: «Gli Stati Uniti condannano fermamente l'aumento delle violenze nelle strade di Kiev, che hanno causato diversi feriti e la morte di due manifestanti". Con queste parole la viceportavoce del dipartimento di Stato, Marie Harf, è intervenuta sugli scontri tra polizia e dimostranti che sono scesi in piazza per protestare contro le leggi che vietano di esprimere il dissenso».

«L'aumento delle tensioni in Ucraina sono la diretta conseguenza del fallimento del governo di intraprendere un dialogo reale e dell'approvazione di una legge antidemocratica il 16 gennaio scorso», continua la nota in cui si aggiunge: «Tuttavia, le azioni aggressive dei membri del gruppo di estrema destra Pravy Sektor non sono accettabili e stanno infiammando la situazione nelle strade, danneggiando gli sforzi dei manifestanti pacifici».

Allo stesso tempo, continua Harf «condanniamo gli attacchi diretti ai giornalisti e ai dimostranti pacifici, inclusi gli arresti. Il movimento Maidan si muove con uno spirito di non violenza che sosteniamo con forza». Harf ha poi aggiunto: «Chiediamo che il governo ucraino abroghi le leggi antidemocratiche e inizi un dialogo a livello nazionali con l'opposizione. Gli Stati Uniti hanno revocato i visti di alcune persone responsabili di violenze e continuano a considerare altri passi in risposta all'uso della violenza da parte di tutti i partecipanti».

Le manifestazioni erano iniziate nel novembre del 2013 dopo che il presidente, Viktor Janukovyc, aveva deciso di abbandonare il dialogo con l'Unione europea per spostarsi nella sfera d'influenza di Mosca. Le violenze sono aumentate negli ultimi giorni con cariche da parte della polizia. L'ultimo aggiornamento parla di cinque morti e oltre 300 feriti.

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