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Brexit, il Times è europeista

Pareri discordi nella “famiglia” di Murdoch

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Passateci l’analogia.

Ė un po’ come se, all’interno dell’impero editoriale berlusconiano, il Giornale prendesse le parti del centro-destra (come in effetti fa) ma Panorama diventasse un acceso sostenitore del centro-sinistra. Nella “famiglia” editoriale di Rupert Murdoch, invece, questo si può.

Abbiamo già detto del Sun, e del suo endorsement in favore della “secessione” dall’Ue, due giorni prima del tragico attentato alla deputata laburista Jo Cox. Esattamente due giorni dopo, quindi, il Times si è schierato su tutt’altra sponda, predicando il “no” alla Brexit.  Il Times-pensiero in materia lo si legge chiaramente in un editoriale sul numero in edicola sabato scorso.

Quello del quotidiano, però, è un sì “propositivo”, nel senso che non si augura di certo che, dopo l’eventuale vittoria degli europeisti, le cose restino così come sono. Al contrario: auspica che Londra abbia la voglia e il coraggio di mettersi a capo di una coalizione riformista che si incarichi di ristrutturare l’economia nella Comunità dei Ventotto

Frattanto, mentre Putin, da Mosca, si chiede perché il premier inlgese, David Cameron, se in cuor suo è favorevole a non uscire dall’Ue, abbia autorizzato un referendum in materia, e mentre l’Fmi avverte che la Gran Bretagna potrebbe entrare in recessione nel 2017 se decidesse per la Brexit, il 18 giugno Thomas Mair è stato formalmente accusato dell’omicidio della deputata Cox ed è comparso, lo stesso giorno,  davanti ai giudici della Westminster Magistrates Court, a Londra.

Ai quali, come un patriota incompreso, anziché dire il nome, ha preferito gridare “Morte ai traditori e libertà per la Gran Bretagna”.

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