300 morti.
Una nuova strage biblica, anch’essa degna di un sanguinario re assiro o di un crudele condottiero mongolo. Si tratta del saldo dell’ultimo sterminio di massa ai danni della popolazione civile operato dall’Isis in Siria, a Deir Ezzor (o Ezzour): una località fino a ieri sconosciuta ai più, ma che da oggi potrebbe diventare un nuovo sinonimo di macelleria jihadista, come Palmira, come Kobane, come Ramadi, per limitarci all’ambito delle nefandezze targate Stato Islamico e, naturalmente, al tribolato suolo siriaco.
La strage è stata compiuta lo scorso sabato 16 gennaio e ha avuto come teatro due quartieri periferici di Deir Ezzor, noti col nome di Ayyash e Al-Bughayliyah. Secondo il blog Palestina Felix (palestinafelix.blogspot.it), il conto delle persone uccise fornito dalla maggior parte dei siti e delle agenzie sarebbe in realtà arrotondato per eccesso: calcolando con più precisione, si dovrebbe parlare di 275-280 vittime in tutto. Non cambia molto, è chiaro, soprattutto perché la sostanza delle cose è immutata: a pagare con la vita decine e decine di uomini, donne, anziani e bambini inermi, eccetto cinque militari dell’Esercito di Assad (notizia comunque non confermata dalle autorità di Damasco).
Che siano 300 o qualcosa in meno, un’altra cosa è sicura: per almeno 150 dei civili passati per le armi “casa per casa”, come osserva l’Osservatorio nazionale siriano (Ondus), l'uccisione è avvenuta per mano dei tagliateste. Altri sarebbero stati addirittura “crocifissi”, aggiunge l‘Ondus, che parla inoltre di molti cadaveri gettati nel letto del fiume Eufrate. Sicuro è anche che altri 400 civili sono stati sequestrati e deportati.
A differenza di quanto sostenuto dagli isisini sui social network, “Abbiamo conquistato il sobborgo”, in realtà proprio l’accanimento degli al-baghdadiani sugli abitanti della città avrebbe fatto loro perdere tempo prezioso, strategico, per prendere il controllo completo della città, che è un importante polo petrolifero. Così, mentre i miliziani si divertivano a massacrare i cittadini inermi, per i militari della 104esima Brigata Parà e della 137esima Brigata della 17esima Divisione della Guardia Repubblicana è stato facile abbozzare e mettere in atto una controffensiva, che ha portato al parziale respingimento degli islamisti nel nord ovest della città. Gli scontri proseguono tuttora: nel corso di essi, scrive l’agenzia iraniana Fars ripresa da ansa.it, sarebbe caduto il comandante Isis della provincia di Deir Ezzor, Abu Hamza al-Ansari.