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In 20mila per assistere al rito dei 'serpari' di Cocullo

In Abruzzo si porta in processione San Domenico coperto dai serpenti

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Oltre 20mila presenze per l'antico rito dei serpari che ieri si è rinnovato a Cocullo, piccolo comune abruzzese in provincia dell'Aquila. La festa è in onore di San Domenico Abate, patrono del paese, che intorno all'anno 1.000 vi si fermò per circa 7 anni. La statua che lo raffigura, all'uscita dalla chiesa, è stata ricoperta da decine di serpenti e portata in processione per le strade del paese.

Il piazzale di Santa Maria delle Grazie, complice anche la bella giornata, era stracolma di fedeli e visitatori arrivati anche dalle regioni vicine. Al Santo, la tradizione cocullese attribuisce il potere di guarire dal morso dei serpenti e dei lupi, oltre che dal mal di denti. In attesa che la statua esca dalla chiesa i serpari fanno mostra delle specie che sono riuscite a catturare per l'occasione; in molti vincono il tradizionale timore che si ha nei confronti di queste specie venendone a diretto contatto.

I serpenti - in maggioranza cervoni e biacchi e altre specie non velenose - vengono catturati alcuni mesi prima direttamente nelle tane nei prati di alta quota che circondano Cocullo; in attesa della festa vengono nutriti con topi e uova sode e tenuti in teche di legno. La tradizione è molto sentita, la 'pratica' di serparo si tramanda di padre in figlio. I rettili catturati vengono poi liberati dopo la festa nel luogo dove sono stati catturati (riconoscibile grazie ad alcuni segni apposti anche sul dorso del serpente).

Cocullo, 246 abitanti, ogni anno attrae migliaia di visitatori grazie alla festa (prima in programma il primo giovedì di maggio, ora ogni 1° maggio). Sempre per tradizione, i fedeli fanno fare alcuni rintocchi alla campanella all'interno della chiesa tirandone la catenella con i denti, per testimoniarne la buona salute e a augurare un buon auspicio.

Durante la messa di ieri, officiata dal vescovo di Sulmona-Valva mons. Angelo Spina, è stata inoltra conferita la cittadinanza onorararia all'antropologo Emiliano Giancristofaro, ondatore e presidente del Comitato Scientifico del Centro di Documentazione per le tradizioni popolari di Cocullo.

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