Siamo al settantesimo anniversario della Liberazione italiana, giorno di ricordo e unità , ma il paese è diviso, anche e specialmente in questa giornata, tra mancato riconoscimento e questioni irrisolte.
Il giorno del 25 aprile venne dichiarato festa nazionale a memoria della Liberazione del territorio italiano dalla guerra, dall'oppressione dell'invasore straniero e da quella del ventennio fascista.
Una data che dovrebbe unire tutto il popolo, a ricordo delle privazioni, i morti, le stragi e la mancanza dei più elementari diritti civili che ha patito il popolo italiano. Ma a settant'anni di distanza l'Italia si scopre sempre divisa, troppo spesso, da muri contrapposti, ideologie politiche e sociali che il tempo non ha affatto avvicinato, anzi mantenuto a distanza, facendo scontrare i muri in più di un'occasione e spesso in maniera cruenta ma mai ad una discussione aperta.
Un confronto, dove riconoscere le colpe e i meriti degli schieramenti, per poter guardare oltre, come dovrebbe essere per una nazione evoluta.
Questo confronto non c'è stato in 70 anni e rischia di non esserci, quasi che se avvenisse chissà quali equilibri potrebbero essere toccati, che forse proteggono un sistema che condanna questo paese ad essere fanalino di coda europeo, dissanguato dal fabbisogno lavorativo e perennemente provvisorio in tutto.
Il Presidente Mattarella per il giorno della Liberazione guarda all'Europa e chiede aiuto per l'immigrazione, chiede che la Costituzione Italiana, indicata come eredità del 25 aprile, venga applicata e sia una realtà viva rivolgendosi agli studenti, ma egli è al corrente che la stessa è oggetto di contese e mutamenti da parte dell'attuale sistema politico, come del fatto che l'immigrazione non debba rappresentare un problema italiano ma internazionale.
Ecco, in questo paese diviso da muri gli argomenti del Presidente della Repubblica non sono punti da dibattito, sono armi, che gli opposti schieramenti usano indiscriminatamente per poter prevalere l'uno sull'altro, in un Italia dove il mancato schieramento su questi muri viene pagato da molti italiani con una lenta agonia, senza lavoro e senza sussidi, o un'imprecisata fuga verso lidi esteri.
Liberazione è poter essere cittadini del proprio stato, esserne parte integrante e concorrere al suo benessere, come essere liberi di avere idee differenti: Sandro Pertini, tra i principali fautori di questo giorno dedicato alla libertà , amava sempre ripetere un aforismo del filosofo Voltaire: io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.
Questo paese sarà veramente libero quando questi muri saranno abbattuti, quando sarà abbandonata la politica del megafono e degli slogan di pancia, quando si lasceranno gli spalti di questi muri per discutere liberamente e democraticamente: allora noi renderemo veramente onore a chi, per garantirci questo stato democratico ha combattuto tanto, pagando spesso con la vita.