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Un testamento falso per i sei milioni di euro dello zio: arrestato

l provvedimento giudiziario alla fine dell' indagine da parte della GdF

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Un manoscritto, contenente le volontà testamentarie dello zio deceduto quasi dieci anni prima, che inaspettatamente fuoriesce dalla cornice di un quadro. Un ritrovamento fortunato, troppo, che è costato gli arresti domiciliari per un uomo a Torino, dopo che le indagini della Guardia di Finanza hanno appurato sia la falsità del testamento che la sua scoperta. La vicenda inizia alla morte di un facoltoso zio dell'arrestato, celibe e senza diretti discendenti, che fece partire una lunga contesa legale tra i nipoti del defunto, per la divisione del vasto patrimonio immobiliare comprendente palazzi e terreni, del valore di circa sei milioni di euro, ubicati nella provincia di Roma. Due anni fa, alla fine dell'ennesimo tentativo conciliatorio tra i parenti, spicca il nipote “fortunato”: un 60enne di origine pugliese, ma da tempo residente in provincia di Torino, che presenta un testamento ad un notaio del capoluogo piemontese, in cui lo zio lo nomina suo diretto erede già nel 1980.
Gli altri parenti coinvolti nella successione hanno immediatamente sporto querela contro il 60enne, anche in virtù del sospetto ritrovamento, avvenuto secondo l'uomo dopo la caduta di un quadro e la rottura dellla sua cornice, da dove sarebbe sbucato il documento.
Le verifiche tecniche indette dalla Guardia di Finanza  hanno presto escluso la versione dell'uomo sul ritrovamento e hanno proceduto al suo arresto, dopo che il fortunato erede, ottenuta l'intestazione del patrimonio immobiliare  avrebbe tentato con l'aiuto di uncomplice la simulazione di vendita degli immobili, dichiarando però dei prezzi di cessione molto inferiori rispetto ai reali valori di mercato, così da rendere difficoltoso agli altri eredi un eventuale reclamo di ciò che gli doveva spettare per legge.
I finanzieri di Torino hanno provveduto al sequestro preventivo di tutti gli immobili coinvolti nella vicenda e arrestato l'uomo, che ora deve rispondere del reato di falso in scrittura privata, con le aggravanti per l'età delle persone offese e il cospicuo ammontare del valore per i beni in questione.

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