Palermo. Ieri notte nel capoluogo siciliano, al termine dell'operazione Anti mafia “Apocalisse 2”, sono stati emessi una trentina di ordini di custodia cautelare, anche in capo uomini appartenenti alla politica, accusati di estorsione, rapina ed associazione mafiosa. Nel boomerang è finito anche il consigliere comunale Giuseppe Faraone, il quale è stato arrestato con l'accusa di aver intrattenuto rapporti con un imprenditore per conto del boss di San Lorenzo, Francesco D'Alessandro.
“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo” - erano le parole del giudice Paolo Borsellino, morto per mano della mafia il 19 luglio del 1992. E se da un lato c'è chi fa della politica una lotta alle ingiustizie e alle criminosità, dall'altra c'è chi collabora confondendo il proprio incarico di rappresentante con quello di boss.
Giuseppe Faraone, 69 anni, ex esponente dell'Udc ed ora simpatizzante dei movimenti filoleghisti come “Noi con Salvini”, era passato alla lista del Megafono di Rosario Crocetta nel 2012 posizionandosi alle elezioni come primo dei non eletti con 2085 voti. Oltre per la sua predisposizione al cambio partito, il nome del consigliere comunale torna alla ribalta per una questione molto più seria. Stanotte è stato arrestato per estorsione, in base all'ordine firmato dal gip Luigi Petrucci su richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Teresi ed i sostituti Francesco del Bene, Amelia Luise, Roberta Tartaglia, Dario Scaletta e Annamaria Picozzi. Faraone è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, avrebbe infatti richiesto del denaro ad un imprenditore come garante del boss Francesco d'Alessandro. Oltre al suo arresto, sono stati emessi altri 27 ordini di custodia cautelare e tra gli estorsori anche un'impresa che stava lavorando per la Curia nella costruzione di un edificio tra Via Maqueda e la discesa dei Giovenchi a Palermo. L'appalto avrebbe fatto ottenere ai boss di Palermo e Bagheria la cifra di 30 mila euro.
A portare a termine l'operazione “Apocalisse 2” sono stati il Nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo, la Squadra mobile della Questura e il Nucleo speciale della Polizia valutaria.