La politica: l’unico legame indissolubile riconosciuto dai radicali, paladini storici del divorzio. Alla scuola di Marco Pannella fare politica significa sposare una missione da onorare e rispettare fino alla fine. Nella salute e nella malattia: e quella che da sempre, nel partito radicale, viene considerata come la vera delfina del grande capo antiproibizionista non poteva non aver imparato la lezione. Emma Bonino è malata, molto malata: lo ha detto lei stessa lunedì 12 gennaio ai microfoni di Radio Radicale, praticamente la sua seconda casa. Un cancro al polmone sinistro: in fase iniziale, certo, e in una forma localizzata e ancora asintomatica, ma tale da far già prevedere ai medici un lungo periodo di trattamento chemioterapico. Un male che la costringerà a “ridurre le attività”, ha ammesso, ma che non la metterà fuori gioco.
Il primo pensiero della Bonino nell’annunciare, non senza commozione, la dolorosa verità che la riguarda è per tutti coloro che stanno affrontando la sua stessa prova. L’invito da lei rivolto con calore è quello di “vivere liberi fino alla fine”, senza lasciare che la propria personalità svanisca di fronte al male, che si finisca per essere identificati col male stesso: “Io non sono il mio tumore”. Se poi la sua testimonianza di coraggio nei confronti della malattia dovesse servire “a procurare nuovi iscritti al partito radicale”, ben venga anche la sofferenza: dopotutto, nel vero pensiero radicale, il corpo non è che un supporto fisico per sostenere le proprie idee, e, per quanto possa essere invalido, finché è in grado di rappresentare le battaglie per la libertà e la coscienza civile vale quanto e forse più di un corpo sanissimo.