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30 anni al killer della ragazza trovata in un freezer

Accusato di omicidio volontario e altri reati, il 35enne sardo è stato condannato a 30 anni

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Giulio Caria è stato condannato a 30 anni di reclusione per aver ucciso la sua ragazza e aver nascosto il cadavere dentro un freezer nel suo appartamento a Bologna.

Il 27 giugno scorso, venne trovato il corpo di Silvia Caramazza, compagna di un 35enne sardo, i quali erano entrambi residenti in Emilia Romagna. Dopo l'ennesima discussione nata dalle persecuzioni e aggressioni, soprattutto psicologiche, compiute del compagno nei confronti della donna, ed avvenute negli anni anche dopo la separazione del 2008,  l'uomo ha ucciso la donna brutalmente, sfregiandole il viso e nascondendo il cadavere all'interno del freezer nell'appartamento di Bologna, in via Aldini,28. Giulio Caria, nato a Berchidda, in Sardegna, e trasferitosi nella penisola per trovare fortuna, si era già macchiato di altri crimini minori. Dopo essere stato trovato il cadavere in casa sua, si era nascosto in campagna ed era stato scoperto dietro un cespuglio. Nel processo al gup Gianluca Petragnani era stato richiesto, dal pm Tavona, l'ergastolo. Oggi, in seguito alle accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere, più le aggravanti di stalking ripetuto a lungo e la crudeltà delle sue azioni, è stato condannato a 30 anni di reclusioni, che per alcuni sono pochi, per altri dovrebbe scontarli, comunque, senza mezzi termini. Il giudice per l'udienza preliminare di Bologna, nella condanna dell'uomo ha affermato una provvisionale di risarcimento all'Unione Donne Italiane (Udi) e al Comune di Bologna, che mai fino ad allora si era costituito parte civile in un procedimento per un femminicidio.

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