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Costa Concordia: l'avallo del presidente Rossi alla rimozione

“Sì a Genova ma il governo finanzi a Piombino lo smaltimento delle navi militari”

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Il presidente della regione Toscana Enrico Rossi ha accolto l'intesa, richiesta dal prefetto Franco Gabrielli a capo della Protezione Civile Nazionale, per l'ordinanza che consentirà la rimozione e lo spostamento verso il porto di Genova della Costa Concordia. “Intendo evitare contenziosi che non appartengono alla mia visione dei rapporti istituzionali. Quindi firmerò l'intesa, purché ovviamente si rispettino tutte le osservazioni e le prescrizioni che verranno dettate per le operazioni di rigalleggiamento e per il ripristino ambientale del sito su cui, da oltre 900 giorni, insiste quel rottame”. Rossi però si appella anche alla lealtà del Governo, per non lasciare la città di Piombino (Li) a sé stessa: “chiedo che contestualmente il Governo dia attuazione all'accordo di programma per il porto di Piombino, che prevede l'assegnazione di 44mila tonnellate di navi militari da smaltire e che, oggi stazionano in diversi porti del Paese. Si deve procedere allo stanziamento necessario, circa 40 milioni di euro, perchè l'Autorità portuale possa procedere con la gara per lo smaltimento". Il presidente Rossi non ha mancato di esprimere rammarico per la mancata scelta “neanche presa in cosiderazione” - come egli ha affermato durante un incontro con la stampa per la destinazione della Costa Concordia a Piombino, da Rossi richiesta durante la conferenza dei servizi, come il mancato confronto tra i progetti, nonostante una delibera del Consiglio dei Ministri che indicava Piombino, in quanto il porto più vicino, come la destinazione della nave. “Ripeto anche la preoccupazione che ho sempre espresso da un punto di vista ambientale per i rischi, cinque volte più grandi rispetto a Piombino nel trasporto della nave a Genova – ha aggiunto Rossi -  come il fatto che la Costa Concordia a Piombino avrebbe potuto anche risolvere una questione sociale enorme”. Rossi ha voluto anche rammentare infatti il problema che si presenterà nel mese di ottobre, quando ci saranno a Piombino ben 2000 cassintegrati a seguito della chiusura delle acciaierie Lucchini. Rossi auspica, in seguito alla sua intesa per la rimozione della Concordia, un segnale concreto e serio da parte del Governo sull'accordo per lo smaltimento delle navi militari a Piombino, un accordo che si incentra in un progetto più generale di ripresa della siderurgia a Piombino grazie a questo nuovo sbocco lavorativo. Al riguardo il presidente Rossi ha avuto un colloquio telefonico con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, che ha assicurato la propria opera per il reperimento dei necessari finanziamenti da destinare al porto livornese di Piombino.

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