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Informazione e politica. Il diavolo perde il pelo ma non il vizio!

Mentre sbandiera le riforme la casta politica rinnova i consueti riti. In arrivo 120 mln in tre anni per gli amici degli amici. Solite clavate in testa ai giornalisti autonomi, i free lance, che fanno vera informazione.

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Il sottosegretario Luca Lotti ha firmato il decreto per l’istituzione di un Fondo straordinario per l’editoria di 120 mln da erogarsi in tre anni: “La risorse sono destinate a incentivi agli investimenti in innovazione tecnologica e digitale, a incentivi all'assunzione di giornalisti, a misure di sostegno ai programmi di ristrutturazione aziendale che prevedano una revisione dell'organico con il ricorso ai prepensionamenti e al parziale finanziamento degli ammortizzatori sociali a condizione che vi sia un intervento almeno di pari ammontare da parte delle imprese editoriali". Con questa ennesima legge truffa notiamo che la libertà di stampa nel nostro Paese è rimasta al “caro amico”! E’ chiaro che i nostri soldi, quelli dei contribuenti, con questo scherzetto saranno per gli amici degli amici, soprattutto politici.

La storia si ripete e il Paese affonda sempre di più. Se da un lato non si può far altro che esprimere solidarietà ai dipendenti dell’editore, pomposamente chiamati “giornalisti”, licenziati a causa della non redditività delle aziende, dall’altro lato sottolineiamo il pessimo servizio che questo governo, complici i sindacati, fa alla nazione. Il contratto che gli editori si accingono a siglare con il sindacato dei dipendenti degli editori, sa più di contratto per i metalmeccanici che per i veri giornalisti, quelli che potrebbero fare informazione a tutto tondo e, soprattutto, a servizio del Paese: i giornalisti autonomi, i free lance. Questa è l’ennesima regalia che i nostri uomini di governo si assegnano prima delle ferie estive (Il Campanile di Clemente Mastella docet), e la sanno camuffare anche bene. Adducono la necessità di un intervento a favore di quegli editori che non riescono a competere nel mercato. In questo modo uccidono due volte la nostra democrazia. I fondi andranno senz’altro a favore di quegli editori che incenseranno in tutti i modi chi acconsentirà alla grande elargizione ( dal Corriere della sera a Repubblica, al Foglio, al Giornale, ai giornalini dei sindacati etc. insomma i soliti noti), e il mercato sarà falsato, come fin’ora è stato. Chi non riceverà fondi, non potendo reggere alla concorrenza , prima o poi uscirà dal mercato. E’ uno dei tanti modi per far fuori il nemico. Giochino semplice, semplice, che i nostri politici, e i gruppi di potere, conoscono molto bene e praticano da decenni.

Questa volta ci sarà, udite, udite, anche una ciliegina per i giornalisti autonomi: non sarà più possibile agli editori pagare 5 euro come massimo un pezzo (articolo). Ora si starà stabilmente 3 volte sopra questa soglia, e per la prima volta ci sono degli obblighi economici e sociali, cosa rifiutata dagli editori per oltre 20 anni. Da ora in avanti il collaboratore esterno o free lance avrà una retribuzione minima di 250 euro per un minimo di 12 collaborazioni mensili per i quotidiani. Altri minimi per le diverse tipologie (web, radio tv locali,periodici, agenzie di stampa). C'è anche la novità: si riconosce a ogni effetto il lavoro autonomo giornalistico al quale venivano negati diritti essenziali e titoli negoziali. Sino ad oggi il collaboratore non contrattualizzato non aveva una retribuzione minima garantita; il che ha consentito prestazioni gratuite, oppure davvero minimali con 1,5/2,5/3.00/5.00 euro, estremamente diffuse. Questa volta ci sarà,quindi, un ossetto anche per chi cerca di fare informazione con dignità. Chi vuole fare il giornalista autonomo sappia che da ora in poi il suo minimo garantito per dodici pezzi mensili sarà di duecentocinquanta euro. Dopo cotanto sforzo da parte del governo, del sindacato dei dipendenti degli editori e degli editori, non sappiamo se piangere, ridere, o prendere i forconi! E pensare che in Svizzera i free lance sono più pagati rispetto ai dipendenti a impiego fisso, proprio per l’alea che caratterizza il lavoro svolto, sig!

Cari uomini della casta, se avete ancora orecchie per intendere: la libertà di stampa, pilastro delle democrazie, è data dalla libertà, soprattutto economica, concessa a chi vuole fare vera informazione, e questo dovreste saperlo e i colleghi che vogliono dedicarsi seriamente all’informazione sappiano, finalmente, che la loro dignità professionale non vale più cinque o dieci euro ad articolo, ma ben duecentocinquanta euro al mese garantiti! Caro Renzi rottamatore e riformista, forse è il tuo cervello che andrebbe rottamato e riformato!

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