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Balboni (Ferrara): i Conservatori e l’Ambiente

Intervista ad Alessandro Balboni (FdI), Assessore all’Ambiente del Comune di Ferrara

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Se si guarda al fronte conservatore e di destra, la tematica ambientale molto spesso, perlomeno nella percezione generale, non viene considerata sullo stesso piano di tante altre. Proprio per capire meglio il rapporto di questa parte politica con il tema, ne abbiamo parlato con Alessandro Balboni (FdI), Assessore all’Ambiente del Comune di Ferrara che, proprio in questi anni, sta portando avanti politiche green innovative.

L’ambientalismo, sia a livello storico che mediatico, è sempre stato un tema appannaggio del centrosinistra (si è parlato addirittura di ‘sindrome del cocomero’). Perché la destra, negli anni, non è riuscita a distinguersi su queste tematiche?

In realtà, neanche a livello storico l’ambientalismo è stato appannaggio della sinistra, nel senso che le diverse normative ambientali attualmente vigenti e segno di svolta importante sono state approvate da governi di centrodestra. Condivido, però, il fatto che dal punto di vista comunicativo, l’ambiente, così come la cultura o altri settori della società, siano stati ricondotti più a una sensibilità di centrosinistra, che di centrodestra. Questo, però, non è corretto e discende da una appropriazione che hanno fatto alcuni partiti nei confronti del tema ambientale. Abbiamo anche grandi esempi di pensatori di stampo conservatore che avevano molto caro il tema dell’ambiente, come Roger Scruton

Penso sia anche importante distinguere la politica dalla metapolitica, quindi tutto quello che è l’associazionismo militante negli ambienti della sinistra che, avendo una certa simpatia per quelle posizioni, opera per produrre una visione del mondo, e anche delle tematiche ambientaliste, che però sono schierate e hanno una posizione ideologica. La storia di diverse associazioni ambientaliste italiane, infatti, nasce in seno a un contesto politico assolutamente schierato.

Il caso di Ferrara, amministrata dal centrodestra dal 2019, è emblematico, in quanto state portando avanti tutta una serie di iniziative green, come ad esempio piantumazioni o il progetto AirBreak. Quali sono gli obiettivi a lungo termine che si sta prefiggendo con il suo assessorato?

In questi 4anni di mandato, abbiamo messo a dimora quasi 10mila alberi e intercettato fondi europei per oltre 6 milioni di euro, al fine di sviluppare progetti innovativi che puntino sulla sostenibilità ambientale della nostra città, con particolare riferimento alla qualità dell’aria, alla mobilità e all’educazione di tutti i cittadini. Per quanto riguarda il futuro, è necessario concentrarsi soprattutto sull’infrastrutturazione della città per renderla resiliente ai cambiamenti climatici. Purtroppo, tra ondate di calore e bombe d’acqua, il contesto urbano può essere ostile e addirittura pericoloso per una parte della popolazione, soprattutto anziani e bambini. L’idea è rendere su più larga scala l’intervento che stiamo finendo di progettare e realizzare in piazza Cortevecchia, in cui si trasformano spazi roventi fatti di asfalto in punti vivibili e accessibili per i cittadini, che possono anche godere di refrigerio, verde pubblico e una zona più salutare. 

Bisogna continuare ad accelerare sui progetti di riforestazione urbana, che abbiamo già realizzato in questa parte del mandato, ed è necessario anche fare molto per quanto riguarda le tecnologie di efficientamento energetico: sugli immobili pubblici, in particolare quelli comunali, stiamo facendo molto grazie al PNRR, ma è importante anche dare linee guida e di intervento per il privato. Nel nostro caso specifico, è molto importante continuare a mantenere un rapporto serrato e di confronto con Hera affinché la geotermia, e quindi il teleriscaldamento cittadino, diventi una risorsa sempre più sicura ed economica per la città.

All’interno del suo partito, Fratelli d’Italia, ha incontrato resistenze nel far sì che l’ambiente divenisse una tematica centrale?

Assolutamente no, anzi ho avuto il piacere di essere invitato in tutta Italia, da Nord fino a Crotone per parlare dei progetti che sto portando avanti da assessore all’Ambiente a Ferrara come pratiche virtuose, e l’ho fatto proprio grazie a una rete di amministratori locali di Fratelli d’Italia. Dal mio partito, quindi, non ho incontrato solo attenzione per questi temi ma anche la volontà di condividere buone pratiche al fine di tutelare l’ambiente in tutti i Comuni d’Italia dove governiamo, da Nord a Sud, e anche dove siamo all’opposizione con proposte migliorative. 

La mia esperienza politica, iniziata nel 2006 a 14 anni, è sempre stata caratterizzata da una forte vocazione all’ambiente, cosa che ho ereditato da mio padre, esponente di lunga data e di rilievo della destra italiana, quindi sono cresciuto in un contesto in cui essere di destra voleva anche dire rispettare l’ambiente, gli animali, e quindi la flora e la fauna della nostra Nazione. Per come intendiamo noi il mondo, lo spirito conservatoreha in mente l’idea di tramandare le nostre radici alle future generazioni, ma non solo l’aspetto culturale, sociale e storico, bensì anche tutto il patrimonio di biodiversità della natura, come ci è stato consegnato da chi è venuto prima di noi, cercando di migliorarlo.

Passando a casi nazionali, come valuta le azioni degli attivisti di Ultima Generazione? Gesti da condannare in toto o persone che comunque vanno ascoltate?

Quando nacque il fenomeno di Greta Thunberg e Fridays for Future, io stesso ho aderito a quelle manifestazioni e l’ho fatto per ascoltare la voce di ragazzi, praticamente miei coetanei, che come me guardano al futuro con preoccupazione e vivono in uno stato di ansia climatica. Penso sia importante ascoltare la voce di chi oggi lancia un grido di allarme. Ricordo anche che, spesso, queste manifestazioni, o alcuni promotori di questi eventi, sono fortemente politicizzati tanto che a Ferrara, durante la Prima Marcia per il Clima, io stesso e alcuni amici siamo stati fisicamente aggrediti da una frangia estremista e di sinistra che al corteo voleva negarci il diritto di essere lì presenti, nonostante il fatto che in realtà l’ambiente sia il tema più trasversale. Temo cheglim attivisti diUltima Generazione, proprio come le persone che ci hanno aggredito, siano molto politicizzati e che quindi siano molto più attenti al risultato dell’attività mediatica a loro favore, piuttosto che l’attività di comunicazione riguardante il tema ambientale. 

Oltre a questo, c’è un tema importante, ovvero il fatto che le loroazioni dimostrative hanno un impatto ambientale molto grave: bloccare il traffico in un’arteria congestionata di una città come Roma o Milano ha come risultato centinaia di automobilisti costretti a tenere il motore acceso per avere il riscaldamento in un mese freddo o l’aria condizionata durante un mese caldo, e la ripartenza di migliaia di veicoli costretti a utilizzare le marce basse, quindi si hanno consumi di carburante maggiore. Questo è l’esempio concreto del fatto che all’ambientalismo serve un approccio concreto e costruttivo

Anche imbrattare monumenti storici ha un impatto ambientale, basti pensare ai solventi e ai prodotti chimici che poi devono essere usati per restaurare i monumenti stessi. Io ho un giudizio negativo sulle azioni di questi dimostranti, pur condividendo in pieno l’ansia climatica. Vedo tanti ragazzi di altre associazioni ambientaliste che, pur vivendo la stessa preoccupazione, mettono in campo azioni propositivee danno l’esempio, tra chi raccoglie rifiuti, chi pianta alberi e chi educa i più giovani nelle scuole. Al contrario, quella di Ultima Generazione mi sembra solo una buona operazione di marketing per fare likese followers.

La guerra in Ucraina ha posto in evidenza come sia importante la diversificazione delle fonti energetiche di approvvigionamento. Da qui, tra i primi atti governativi, vi sono stati i rigassificatori di Ravenna e Piombino, quest’ultimo comune tra l’altro amministrato da un sindaco di Fratelli d’Italia. Lei è a favore dei rigassificatori? Perché?

In Italia, esistevano già tre rigassificatori prima del completamento di quelli di Ravenna e Piombino. Nel contesto di una strategia nazionale e di diversificazione dell’approvvigionamento energetico, l’aumentare le infrastrutture è sicuramente un aspetto positivo. Il governo Meloni, a tal proposito, ha lanciato l’idea di sviluppare un piano Mattei sulle risorse energetiche, in cui l’Italia diventi un hubcentrale tra l’Africa e l’Europa. Questo consentirebbe non solo di generare importanti risvolti economici e riguadagnare una centralità politica nel Mediterraneo, ma anche di incentivare e incoraggiare le energie rinnovabili. 

La crisi economica conseguita dalla guerra in Ucraina e dal Covid ha fatto sì che aumentasse il consumo di risorse non rinnovabili, soprattutto del carbone, la fonte energetica più dannosa e pericolosa per l’ambiente. I principali consumatori di carbone sono la Cina, l’India e gli Stati Uniti d’America, ma anche l’Europa ha dovuto far ripartire alcune miniere, per esempio in Germania. Siamo quindi al paradosso in cui vengono chiuse alcune centrali nucleari, ma vengono riaperte centrali a carbone. Se il rigassificatore ci consente di non utilizzare fonti fossili come il carbone, penso che sia una notizia positiva. Quando si parla di progetti ambientali energetici, non è corretto guardare al singolo intervento, in questo caso il rigassificatore, ma è necessario fare un ragionamento sulle alternative più pericolose che si evitano

Io, tra l’altro, sono favorevole al nucleare di nuova generazione perché il problema della crisi ambientale in corso è la grande emissione di CO2. Non abbiamo il tempo di pensare e sviluppare nuove tecnologie che riducano queste emissioni, quindi è necessario abbatterle il prima possibile. La crisi climatica vuol dire perdita di biodiversità e una serie di conseguenze complesse molto gravi che si ripercuotono in tutto il globo. La cosa più urgente, quindi, è ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, quindi ben venga qualsiasi tecnologia che va in questa direzione.

 

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