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Non è stato il fuoco a uccidere i fratellini di Brescia

I bambini probabilmente avvelenati prima dell’incendio

a cura della redazione
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Non sarebbe stato l’incendio a uccidere i due fratelli Davide e Andrea (9 e 13 anni) di Brescia, morti martedì scorso nella casa del padre a Ono San Pietro.

Secondo quanto dicono in Procura a Brescia, i bambini sarebbero stati messi nella condizione di non reagire al fuoco, l’ipotesi è che prima siano stati avvelenati, narcotizzati.
Il padre, Pasquale Iacovone, resta ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Padova. C’era lui in casa con i figli quando è scoppiato l’incendio. L’uomo era separato dalla moglie da quattro anni ed era stato più volte denunciato da lei per stalking. Secondo diverse fonti pare avesse giurato di uccidere sia l'ex consorte che i bambini.
Il fascicolo della Procura di Brescia, che indaga sul caso, è ancora aperto contro ignoti ma le ipotesi che sia stato proprio Iacovone a uccidere i figli per poi suicidarsi si rafforzano.

Secondo l’autopsia non c’è fumo nei polmoni dei bambini e neanche segni di violenza sui loro corpi, ora le analisi chimico-batteriologiche dovranno chiarire con cosa sono state avvelenate le piccole vittime.

I funerali si svolgeranno sabato 20 alle 15.

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