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Milano, lunghe code per un pacco di cibo alla sede di Pane Quotidiano

Sono immagini che fanno riflettere quello che arrivano dal capoluogo meneghino, la crisi economica provocata dal Covid-19 cresce ogni giorno di più così come anche il disagio sociale e psicologico.

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Quelle che arrivano da Milano sono immagini che non avremo mai voluto vedere. La notizia è stata riportata anche dal quotidiano Repubblica. Centinaia di persone in coda fuori dalla sede di Pane Quotidiano, l'associazione di volontariato che si occupa della distribuzione alimentare per i meno abbienti. Sono le immagini della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, la malattia che da più di un anno sta sconvolgendo il mondo intero. C'è chi aspetta ore per poter aver un pacco di cibo con il quale poter sfamare la propria famiglia almeno per qualche giorno. L'emergenza sanitaria, come è noto, ha portato il Governo a varare delle forti misure restrittive per poter contenere il contagio. Misure che hanno inciso, e stanno incidento, anche su molte attività produttive, come ad esempio bar, ristoranti, cinema e teatri. Queste ultime due tipologie di esercizio sono ormai chiuse da un anno. Ma sono molte le persone comuni ma anche imprenditori che oggi si rivolgono alle associazioni di volontariato per poter essere aiutate e mettere un piatto a tavola. Come si vede dalle immagini diffuse da Repubblica la coda è lunghissima. Questo fa crescere ulteriormente i tempi di attesa per poter ricevere il proprio pacco. La coda risaliva via Toscana, dove ha sede l'associazione, per poi costeggiare il Campus dell'Università Bocconi. Tra di loro, secondo quanto riferisce Milano Events, c'è gente che ha bisogno anche di vestiti. Ogni sabato, così come accaduto anche ieri 20 marzo, si registra un'affluenza record. 

Ma oltre alla fame, tra le gente, cresce anche il disagio sociale e soprattutto psicologico. Le ultime statistiche diffuse dagli istituti di ricerca, dicono che soprattutto i giovanissimi stanno soffrendo a causa dell'isolamento forzato a cui sono sottoposti per via dell'epidemia. Aumentano tra gli adolescenti i gesti autolesionistici. Inoltre, secondo un'indagine realiazzata di recente dall'Istituto Piepoli per il Cnop, emerge che quasi 8 persone su 10 si sentono stressate in questo particolare storico che stiamo vivendo. Nei giovani, secondo la ricerca, "si sta sviluppando un'onda lunga di problemi psicologici". Proprio questi ultimi stanno soffrendo in quanto hanno perso ogni loro riferimento della vita, a partire dagli amici, poi alla scuola e allo sport o alle attività extradidattiche. Secondo gli esperti questi problemi ci accompagneranno anche anche dopo che la pandemia sarà finita, per cui questo è il momento di agire, investendo molto sulla salute dei giovani e delle persone in generale. In questo periodo di pandemia, e già nella prima ondata, i ragazzi hanno trascorso infatti mesi davanti allo schermo di un pc o del telefonino. Gli esperti dicono che anche quando l'emergena sarà finita ci vorrà tempo prima che i giovani si riabituino ad uscire e tornino alla vita sociale. 

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